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Ostia, confiscati beni per 12 milioni di euro al clan Fasciani

Lazio

Gli accertamenti svolti sono stati incentrati sui vertici del clan, gravati da precedenti per fatti di estorsione, usura, traffico di sostanze stupefacenti e intestazione fittizia di beni, e sui membri dei rispettivi nuclei familiari

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Eseguito il decreto di confisca di beni, per un valore complessivo di oltre 12 milioni di euro, nei confronti di alcuni esponenti di spicco del clan Fasciani di Ostia. Il provvedimento, emesso dalla locale Corte di Appello e divenuto definitivo a seguito del rigetto da parte della Corte di Cassazione dei ricorsi presentati, è stato eseguito dai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma.

La confisca al Clan Fasciani

Il provvedimento conferma le precedenti decisioni adottate dalla Sezione Specializzata Misure di Prevenzione del Tribunale capitolino, che, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, aveva disposto dapprima il sequestro, nel 2016, e poi la confisca di primo grado, nel 2018, dell'ingente patrimonio mobiliare, immobiliare e societario riconducibile al sodalizio criminale operante nel litorale romano. Gli accertamenti svolti Gico del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria sono stati incentrati sui vertici del clan, gravati da precedenti per fatti di estorsione, usura, traffico di sostanze stupefacenti e intestazione fittizia di beni, nonché sui membri dei rispettivi nuclei familiari e hanno valorizzato le risultanze di precedenti operazioni di polizia ai fini dell'aggressione patrimoniale. All'esito delle investigazioni è emerso che i rilevanti investimenti effettuati nel tempo - tra cui un noto stabilimento balneare e varie imprese attive nel settore dei prodotti da forno - non trovavano copertura con i modesti redditi dichiarati dai 2 proposti e dai loro familiari. È stato altresì rilevato come, dopo i primi provvedimenti giudiziari emessi nei loro confronti, fosse stato adottato un complesso e articolato reticolo societario per schermare la riconducibilità delle attività commerciali dietro persone di fiducia, che fungevano, però, da compiacenti "prestanome". Al termine dell'intero iter processuale, è stata quindi disposta, sulla base della normativa prevista dal c.d. "Codice Antimafia", la definitiva apprensione al patrimonio dello Stato dell'intero compendio aziendale di 7 società e 1 ditta individuale, operanti per lo più ad Ostia nella gestione di forni, bar, ristoranti e stabilimenti balneari, 12 immobili, tra appartamenti e locali commerciali siti a Ostia e Capistrello (L'Aquila), e 1 terreno, nonché disponibilità finanziarie su rapporti bancari e postali.

"Trionfo dello Stato sulla criminalità organizzata" 

"Il decreto di confisca del patrimonio del clan Fasciani, dopo il riconoscimento giudiziario della sua natura mafiosa, rappresenta il trionfo dello Stato sulla criminalità organizzata. Un risultato ottenuto grazie alle complesse e raffinate indagini della Guardia di Finanza di Roma, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, a cui va tutta la nostra gratitudine". Così in una nota Gianpiero Cioffredi, Presidente dell'Osservatorio per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio. "Le inchieste che hanno portato alla confisca di oggi dimostrano la pervasività dell'infiltrazione nell'economia legale del clan Fasciani e la sudditanza di una 'zona grigia' fatta di professionisti e prestanome di varia estrazione che erano al servizio del clan - aggiunge -. Ora la sfida deve essere quella di restituire ai cittadini, in tempi rapidi, gli immobili confiscati attraverso il loro riutilizzo sociale perché solo così il trionfo dello Stato può diventare patrimonio comune della comunità di Ostia e contribuire alla rivoluzione delle coscienze di cui abbiamo bisogno per sconfiggere le mafie".