Secondo gli inquirenti, gli indagati gestivano i contatti con fornitori di droga del Perù e gestivano i rapporti con gli acquirenti in territorio italiano. L'operazione ha interessato le province di Roma, Milano e Viterbo
Un cartello di trafficanti di droga operativo a Roma è stato smantellato da un'operazione dei carabinieri che hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti delle 15 persone ritenute responsabili a vario titolo di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti con l'aggravante della transnazionalità, cessione e detenzione ai fini di spaccio. Secondo gli inquirenti, gli indagati gestivano i contatti con fornitori di droga del Perù e gestivano i rapporti con gli acquirenti in territorio italiano. Il provvedimento è stato emesso dal gip di Roma su richiesta della locale Dda e l'operazione ha interessato le province di Roma, Milano e Viterbo.
La rete di narcotrafficanti
Le indagini hanno preso il via da una nota informativa delle Direzione Centrale dei Servizi Antidroga relativa all'arresto, operato in Cile dalla locale polizia, nei confronti di una donna poco più che ventenne del posto, bloccata mentre stava trasportando circa 10 chili di cocaina che, secondo le indagini, sarebbe dovuta giungere a Roma in aereo. Dai successivi approfondimenti investigativi eseguiti dai carabinieri è stato individuato il destinatario del carico di droga, identificato in un uomo di nazionalità cilena residente nella Capitale, considerato uno dei referenti del sodalizio criminale. Accertata un'associazione operante tra più Stati e composta principalmente da sudamericani che, da quanto ricostruito, gestivano i contatti con fornitori esteri del Perù attraverso utenze telefoniche intestate a soggetti fittizi intrattenevano rapporti con acquirenti in territorio italiano, ai quali facevano pervenire le partite di droga ordinate tramite l'uso di corrieri.
Il trasporto della droga
Ad essere incaricate del delicato e rischioso compito del trasporto del narcotico erano perlopiù donne che nascondevano la droga in bottiglie di bevande e di prodotti fito-terapici, oppure all'interno di ovuli ingeriti prima di salire a bordo di aerei di linea delle tratte Santiago del Cile - Lima – Roma. Nell'ambito delle indagini è stato ricostruito il coinvolgimento di diverse donne sudamericane, che collaboravano con i vertici dell'organizzazione criminale per la preparazione della documentazione amministrativa di soggiorno o per motivi di turismo, necessaria ai corrieri per entrare in Italia e superare i controlli alla frontiera; per individuare a Roma delle strutture ricettive presso le quali accogliere i corrieri, per la vendita al dettaglio delle partite di cocaina che giungevano in territorio nazionale; per la custodia del denaro provento dell'attività illecita che, in parte, inviavano nel loro paese di origine attraverso operazioni di money transfer. Le cessioni al dettaglio, da parte di alcuni sodali, venivano effettuate nei quartieri "Alessandrino" e "Centocelle" di Roma e si svolgevano mediante conferma telefonica, durante le cui conversazioni si utilizzavano espressioni criptiche.