"E' importante - scrive Bergoglio - che l'opera dantesca, cogliendo l'occasione propizia del Centenario, sia fatta conoscere ancor di più nella maniera più adeguata, sia cioè resa accessibile e attraente non solo a studenti e studiosi, ma anche a tutti coloro che, ansiosi di rispondere alle domande interiori, desiderosi di realizzare in pienezza la propria esistenza, vogliono vivere il proprio itinerario di vita"
"In questo particolare momento storico, segnato da molte ombre, da situazioni che degradano l'umanità, da una mancanza di fiducia e di prospettive per il futuro, la figura di Dante, profeta di speranza e testimone del desiderio umano di felicità, può ancora donarci parole ed esempi che danno slancio al nostro cammino. Può aiutarci ad avanzare con serenità e coraggio nel pellegrinaggio della vita e della fede che tutti siamo chiamati a compiere". Sono le parole con cui si conclude la Lettera apostolica "Candor lucis aeternae" di papa Francesco nel VII centenario della morte di Dante Alighieri.
La Lettera apostolica
Il Papa firma e pubblica "Splendore della Luce eterna" nella solennità dell'Annunciazione, giorno "in cui la Liturgia celebra questo ineffabile Mistero" che "è anche particolarmente significativo per la vicenda storica e letteraria del sommo poeta Dante Alighieri, profeta di speranza e testimone della sete di infinito insita nel cuore dell'uomo. In questa ricorrenza, pertanto, desidero unirmi anch'io al numeroso coro di quanti vogliono onorare la sua memoria nel VII Centenario della morte", scrive Francesco all'inizio del testo, suddiviso in un'introduzione e nove capitoli. "Non può dunque mancare, in questa circostanza, la voce della Chiesa - annota il Pontefice - che si associa all'unanime commemorazione dell'uomo e del poeta Dante Alighieri. Molto meglio di tanti altri, egli ha saputo esprimere, con la bellezza della poesia, la profondità del mistero di Dio e dell'amore. Il suo poema, altissima espressione del genio umano, è frutto di un'ispirazione nuova e profonda, di cui il Poeta è consapevole quando ne parla come del 'poema sacro / al quale ha posto mano e cielo e terra' (Par. XXV, 1-2)". Nei nove capitoli della lettera apostolica, papa Francesco si sofferma ampiamente su "Le parole dei Pontefici Romani dell'ultimo secolo su Dante Alighieri", "La vita di Dante Alighieri, paradigma della condizione umana", "La missione del Poeta, profeta di speranza", "Dante cantore del desiderio umano", "Poeta della misericordia di Dio e della libertà umana", "L'immagine dell'uomo nella visione di Dio", "Le tre donne della Commedia: Maria, Beatrice, Lucia", "Francesco, sposo di Madonna Povertà", e "Accogliere la testimonianza di Dante Alighieri". Bergoglio definisce l'opera di Dante "una miniera quasi infinita di conoscenze, di esperienze, di considerazioni in ogni ambito della ricerca umana": "La ricchezza di figure, di narrazioni, di simboli, di immagini suggestive e attraenti che Dante ci propone suscita certamente ammirazione, meraviglia, gratitudine. In lui possiamo quasi intravedere un precursore della nostra cultura multimediale".
Le parole di papa Bergoglio
Dante, osserva il Papa, "non ci chiede, oggi, di essere semplicemente letto, commentato, studiato, analizzato. Ci chiede piuttosto di essere ascoltato, di essere in certo qual modo imitato, di farci suoi compagni di viaggio, perché anche oggi egli vuole mostrarci quale sia l'itinerario verso la felicità, la via retta per vivere pienamente la nostra umanità, superando le selve oscure in cui perdiamo l'orientamento e la dignità". "Se Dante racconta tutto questo - e lo fa in modo mirabile - usando la lingua del popolo, quella che tutti potevano comprendere, elevandola a lingua universale", spiega il Papa, "è perché ha un messaggio importante da trasmetterci, una parola che vuole toccare il nostro cuore e la nostra mente, destinata a trasformarci e cambiarci già ora, in questa vita". "Il suo è un messaggio che può e deve renderci pienamente consapevoli di ciò che siamo e di ciò che viviamo giorno per giorno nella tensione interiore e continua verso la felicità, verso la pienezza dell'esistenza, verso la patria ultima dove saremo in piena comunione con Dio, Amore infinito ed eterno - aggiunge Francesco -. Anche se Dante è uomo del suo tempo e ha sensibilità diverse dalle nostre su alcuni temi, il suo umanesimo è ancora valido e attuale e può certamente essere punto di riferimento per quello che vogliamo costruire nel nostro tempo". Perciò, conclude, "è importante che l'opera dantesca, cogliendo l'occasione propizia del Centenario, sia fatta conoscere ancor di più nella maniera più adeguata, sia cioè resa accessibile e attraente non solo a studenti e studiosi, ma anche a tutti coloro che, ansiosi di rispondere alle domande interiori, desiderosi di realizzare in pienezza la propria esistenza, vogliono vivere il proprio itinerario di vita e di fede in maniera consapevole, accogliendo e vivendo con gratitudine il dono e l'impegno della libertà".