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Primarie Pd, Bonaccini e Schlein al rush finale. Ma è scontro sugli apprezzamenti a Meloni

Politica

Alessandro Taballione

Il 26 febbraio si vota per le primarie dem aperte a tutti i cittadini.  A contendersi la segreteria saranno, dopo il voto dei circoli, Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna ed Elly Schlein, deputata Pd che in passato è stata sua vice in regione. Due profili e due storie molto diversi per rilanciare il maggior partito d'opposizione. Lunedì alle 20:30 su SkyTG24 il confronto tra i due

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Nel Pd, a 10 giorni dal voto per scegliere la nuova guida politica, la nuova identità, la nuova linea ci si divide sulla figura di Giorgia Meloni: il partito si infiamma perché nel corso di un'intervista, Bonaccini parla di Giorgia Meloni come "una persona che non è fascista ed è certamente capace", invitando a tutti alla "misura nelle critiche". Critiche che lui stesso non risparmia su balneari e postura europea della premier, ma quella frase resta. 

Soprattutto dopo che Letta al Nyt aveva certificato un buon comportamento della premier su bilancio e Ue, confermando un giudizio negativo su tutto il resto dei 100 giorni. Orlando commenta: "c'è qualcosa che non va come si fa a dire che sono meglio di quanto ci aspettassimo?". Schlein precisa di non essere d'accordo con Bonaccini. Provenzano affonda il coltello: è il governo peggiore di sempre.

Bonaccini però non ci sta e replica: evidentemente a qualcuno piace vincere nei talk show, io la destra voglio batterla nelle urne.

Il voto dei circoli, il voto nei gazebo

La polemica viene circoscritta, ma il clima è elettrico. Bonaccini e Schlein aspettano nel weekend gli ultimi voti nei circoli di Lombardia e Lazio che aprirà la strada al rush finale a due. Già 130 mila sono gli iscritti che sono andati al voto in attesa dei gazebo di domenica 26 febbraio. 
Il voto è molto atteso, anche perché tra i due principali contendenti è guerra di sondaggi. Al termine del percorso congressuale partirà la nuova storia del PD. Per Elly Schlein il tema alleanza non è in discussione. L'idea è di un campo progressista in grado di vincere. Per Bonaccini non esiste alleanza che non abbia come perno i dem: Noi da soli non bastiamo", ha decretato, "ma senza di noi sarà impossibile costruire un'alternativa alla destra".

L'affluenza alle primarie

La prima volta, nel 2007, si misero in fila 3.554.169 italiani. Ad affermarsi fu Walter Veltroni con il 75,8% dei voti. Secondo giro, era il 2009, la partecipazione si fermò a quota 3.067.821 votanti per incoronare Pier Luigi Bersani con il 53,2%. 

Nel 2013 iniziò il 'regno' di Matteo Renzi, l'unico sino ad oggi a centrare il bis. Alle primarie votarono 2.814.881 elettori eleggendo il segretario con il 67,5%. Nel 2017 la seconda volta dell'ex sindaco di Firenze, con  1.838.938 votanti a un 69,1% per Renzi. Le ultime primarie sono state quelle del 2019 che hanno incoronato Nicola Zingaretti segretario, scelto da 1.600.000 partecipanti.

Il confronto 

I 7 giorni del PD, si apriranno con il confronto tra i due principali contendenti in diretta su Sky TG24. L'appuntamento è per lunedì alle 20,30, con la conduzione di Fabio Vitale.  Le domande metteranno in luce le differenze tra due candidati che lavorando fianco a fianco in Emilia Romagna hanno saputo mantenere lo stesso passo. E che oggi, sfidandosi per la guida del primo partito di opposizione, metto in mostra due visioni molto differenti per cammino, radici e prospettive. Bonaccini o Schlein, questo è il dilemma.