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Si Tav? No Tav? MiniTav!

Politica

Massimo Leoni

Quando le dimensioni sono importanti, anche in politica: l'opera dovrà essere piccola. Tanto da esistere o non esistere, a seconda dei punti di vista...

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Sentiero stretto quello che il governo deve percorrere sulla Tav. In quel poco spazio, Cinquestelle e Lega devono trovare il modo di non deludere i rispettivi elettorati. Più facile per la Lega, più difficile per i Cinquestelle. Il fatto positivo, per entrambi, è che può passare qualche mese ancora per trovare una soluzione, probabilmente senza bruciare i finanziamenti europei e senza pagare penali. Questi mesi non sono un extra time concesso al governo italiano in virtù di un suo particolare peso o per l’abilità negoziale del premier avvocato Giuseppe Conte. È la procedura, baby. Che si sarebbe applicata tal quale, anche se i gialloverdi fossero stati insieme e graniticamente a favore della grande opera. Lega e Cinquestelle però – lo sanno anche i sassi – sono su posizioni – mondi? – lontanissimi. Li accomuna solo il sospiro di sollievo che hanno tirato quando hanno capito (bastava leggere le carte, a disposizione del Mit da metà dicembre) che c’era altro tempo da perdere, gratis. E che ognuno poteva dire al suo elettorato di aver vinto la battaglia oppure che non aveva vinto nessuno (meno efficace dal punto di vista della conservazione o dell’ampliamento del consenso, ma più vero). Dunque, la Commissione europea e il governo francese sono in attesa del governo italiano. Troppo bello per essere vero. E soprattutto, per essere gratis. Perché Telt intanto ha fatto partire i bandi (o gli avvisi, come occorre chiamarli perché nessuno si arrabbi) ed eventuali altri ritardi rispetto alla road map della parte transfrontaliera dell’opera, fossero attribuibili allo stallo italiano, l’Italia li pagherebbe, eccome. In denaro e in credibilità. Non perché ha deciso sì o no. Ma perché non decide.

Si diceva del sentiero stretto. Che è poi l’unico che sembra praticabile, sempre che non si voglia fare una mini rivoluzione costituzionale (!). Consiste nel dare ragione alla Lega. E nel prendere alla lettera il contratto. Revisione integrale dell’opera, scrissero i pentaleghisti nel documento di programma dell’esecutivo. Non c’è scritto No Tav. Non sarà No Tav. Si strizzeranno le clausole fino a che non imploreranno pietà. L’avvocato Conte farà l’ambasciatore della mini Tav presso la Commissione e all’Eliseo, sperando di non essere richiamato da qualche gilet giallo. Li convincerà, perché quel mestiere lo sa fare. La Tav sarà così Tav che la Lega dirà ai suoi che ha vinto, ancora. E così mini che Di Maio potrà dire di non aver mollato, come sempre. Se sia ancora (e davvero) utile, a quel punto, non fregherà più nulla a nessuno.

Altra strada non c’è. L’analisi costi-benefici non ha cambiato la maggioranza in parlamento. Doveva cambiarla, perché sarebbe stata l’unica cosa che poteva cancellare i trattati internazionali sulla base dei quali esiste il progetto Tav. E invece no. Alla Camera e al Senato solo i Cinquestelle e Sinistra italiana voterebbero no. Il Referendum? Molti ritengono improbabile una sua eventuale celebrazione. La Costituzione esclude i trattati dai referendum abrogativi. Parla solo di referendum consultivi regionali. Quali regioni potrebbero chiederlo? E se i risultati fossero diversi tra loro? Il grande boh. Il sentiero qui non è stretto: semplicemente, non c’è alcun sentiero.

Intanto il PD, per una volta, se la ride. Il tempo serve anche a Zingaretti. Una crisi subito lo avrebbe trovato tonico per l’affermazione alle primarie, ma con un partito ancora in cerca di identità, organizzazione, linea politica. Prendere tempo è la sua grande occasione. E potrebbe essere il primo errore di Salvini.

Ps. Pochi giorni fa, a Tg24 Pomeriggio, esprimevo l’idea che Matteo Renzi, in questo momento, fosse più interessato a un pubblico – genericamente inteso – che al consenso politico. Ieri, intervistato da Lucia Annunziata, lo ha detto: “Oggi come oggi mi interessano più i lettori che gli elettori”. Sappia che lo capisco benissimo.

Consigli per l’ascolto: “Mondi lontanissimi (No Time, No Space)”, Franco Battiato