Il ministro dell’Istruzione si smarca dalle polemiche seguite ad alcune sue dichiarazioni sugli istituti nel Meridione. Ma sottolinea: “Oltre a quanto si spende nelle scuole bisogna vedere come si spende. Ovunque. Al Nord come al Sud”. Di Maio ribadisce: "Chieda scusa"
“Non ce l'ho con i meridionali”, assicura il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti (LA CARRIERA). All’indomani della polemica sollevata da alcune sue dichiarazioni sulla necessità di aumentare “non i fondi, ma l’impegno nelle scuole del Sud”, il ministro fa un passo indietro. In un’intervista al Corriere della Sera, Bussetti porta alcune “prove” a sua discolpa: “In casa ho i quadri di Sante Visco, di Vico Equense. Ho un capogabinetto calabrese, un capo segreteria e un capo dell'ufficio legislativo napoletani. Ora sto mangiando a Gallarate in una pizzeria gestita da napoletani. Ah! E poi le dico: qualche anno fa mi hanno insignito del premio di calabresità italiana". E sulle polemiche torna oggi anche il vicepremier Luigi Di Maio che dice, critico: "Si possono dire frasi infelici ma quando si dicono con quei toni, dicendo voi impegnatevi di più, secondo me dobbiamo fare tutti autocritica e dire 'siamo noi al governo' e dire 'siamo noi che dobbiamo impegnarci di più'". "Io credo che debba chiedere scusa", ha ribadito Di Maio.
“Più che un problema di risorse, è un problema di qualità. Ovunque”
“È come la polemica sulla parità di genere: non la capisco, io non vedo uomini o donne, ma persone”, sottolinea invece Bussetti. E se il sindaco di Napoli vede disprezzo nelle sue parole, il ministro ci tiene a ricordare di aver “portato a Napoli la Scuola Superiore del Mezzogiorno, la prima del centrosud. Dopo 50 anni di attesa sarà finalmente realtà. Ci abbiamo investito 50 milioni. È disprezzo questo?”. Quando gli si chiede se pensa che studenti e docenti del Sud siano meno volenterosi, risponde: “Non l’ho detto e non lo penso. Io a Caivano e Afragola ho visto una scuola da Champions League. E questo risultato è stato raggiunto dalla comunità non grazie alle risorse economiche ma grazie all’impegno e al sacrificio della preside e di tutta la sua squadra”. Per questo, sottolinea il ministro, desidera che non si parli “sempre e solo di risorse. Ritengo che il problema della scuola, e in generale degli investimenti pubblici, sia più che un problema di risorse un tema di qualità della spesa. Lo sa che ci sono miliardi di euro di fondi europei che non vengono spesi? Oltre a quanto si spende vediamo come si spende. Ovunque. Al Nord come al Sud. E se vengono messi a sistema i frutti si vedono”.