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Di Maio attacca le banche: sistema arrogante, la deve pagare

Politica
Luigi Di Maio a Gioia Tauro (Ansa)

Il vicepremier da Gioia Tauro: alcuni istituti "si sono infischiati di risparmiatori e Stato. Noi stiamo con imprenditori, non con prenditori”. Il ministro dell’Economia Tria intanto frena su moratoria riforma Bcc: solo ritocchi

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"Il sistema bancario la deve pagare perché ha avuto un atteggiamento arrogante infischiandosene dei risparmiatori e dello Stato ed è stato protetto da ambienti politici sia in questa regione che a livello nazionale”. Il vicepremier Luigi Di Maio ha attaccato le banche durante la sua visita a Gioia Tauro nello stabilimento dell'imprenditore Nino De Masi. “Se vogliamo sostenere le imprese dovremo ridurre l'arroganza di certe organizzazioni, quelle illegali e anche di alcune legali”, ha detto il ministro del lavoro aggiungendo: "Al Mef, quando ancora io non c'ero, il Monte dei Paschi di Siena ha preso degli impegni e li deve mantenere. Faremo di tutto per farglieli rispettare. Se non lo farà avvieremo tutti gli strumenti che servono".

Di Maio a Gioia Tauro

“Noi stiamo con gli imprenditori. Coloro che hanno preso soldi e poi sono scappati non sono amici di questo governo”, ha detto Di Maio. “Noi siamo con imprenditori come De Masi che si sono scontrati prima con la 'ndrangheta e sono sotto scorta e poi con l'atteggiamento mafioso di alcune banche. Questi non solo vanno difesi ma sono nostri amici”. La vicenda di Nino De Masi - l'imprenditore che ha denunciato alcune banche per usura - "ci ha dimostrato - ha poi detto il ministro - che la mafia è un atteggiamento e questo atteggiamento a volte lo troviamo nelle organizzazioni criminali ma a volte lo troviamo anche nelle banche, visto e considerato che quello che ha passato questa azienda non è dovuto solo alle organizzazioni criminali ma anche ad un'altra tragica spirale in cui è finita, che è quella del credito, quella dell'usura bancaria".

Tria frena su moratoria riforma Bcc

Intanto il ministro dell'economia Giovanni Tria frena sulla possibilità, promossa soprattutto dalla Lega, di una moratoria della riforma delle Bcc varata dall'esecutivo Renzi e ormai sul punto di decollare. Durante un’audizione al Senato il ministro ha aperto alla possibilità di "ritocchi": la revisione dei requisiti professionali e la soglia di accesso a soggetti esterni. Due temi che erano stati posti in dubbio da molti e che forse potrebbero essere oggetto di modifica. Ma l'impianto generale resta saldo. Ora resta da capire in che modo l’esecutivo si muoverà per accogliere, nel caso, queste modifiche. Si parlava di una proroga limitata di qualche mese oggetto di un decreto già venerdì 20 luglio, una ipotesi al momento senza conferme.