In Evidenza
Altre sezioni
altro

Fondi Lega, Belsito: "Quando me ne sono andato sui conti oltre 40 mln"

Politica
Francesco Belsito, ex tesoriere della Lega, nel 2017 (LaPresse)

L’ex tesoriere del Carroccio, condannato in primo grado per i fondi dei rimborsi elettorali, a La Stampa: "Nel 2012 partito ricchissimo". E rivela anche la presenza di "immobili di proprietà prestigiosi come la sede di via Bellerio e le frequenze di Radio Padania"

Condividi:

"Quando ho lasciato il Carroccio, nel 2012, la Lega Nord era un partito ricchissimo. Ricordo che sui conti c'erano più di 40 milioni di euro, di cui dieci solo di riserva legale". E poi "immobili di proprietà prestigiosi come la sede di via Bellerio e le frequenze di Radio Padania che acquistai personalmente. Insomma, altri 30 milioni almeno". A rivelarlo, intervistato da La Stampa, è l’ex tesoriere del Carroccio, Francesco Belsito, condannato in primo grado per i fondi dei rimborsi elettorali. "Secondo me", ha spiegato Belsito parlando del 'tesoretto' accumulato sotto la sua gestione e cercato dalla magistratura, "li hanno spesi" (LE TAPPE DELL'INCHIESTA).

Belsito: "Consultare bilanci per capire come hanno speso"

L’ex tesoriere, sempre in merito all’inchiesta sui fondi della Lega che si è sviluppata a partire dai primi mesi del 2012, ha poi osservato: "È un dato che ha sorpreso anche me. Al tempo stesso, però, basta consultare i bilanci per capire come hanno speso i loro soldi", "ma non dimentichiamo che ci sono state molte campagne elettorali". Mentre sui legami con i vertici del Carroccio, Belsito ha ricordato che "con Maroni i rapporti erano limitati perché all'epoca era ministro dell'Interno. Con Salvini invece erano più frequenti. Lui come europarlamentare si occupava di Radio Padania ed era molto attento a ricevere i fondi per pagare i giornalisti o i collaboratori".

"In via Bellerio tutti sapevano che collaboratori erano pagati in nero"

Parlando della sua gestione dei fondi, per la quale è finito sotto accusa, Belsito ha detto anche che "in via Bellerio tutti sapevano che i collaboratori venivano pagati in nero". Per l’ex tesoriere l’avrebbero saputo Salvini e Maroni ma "anche Giorgetti, Calderoli, Bossi". E insiste: dopo "lo scandalo in tanti mi hanno rinnegato prendendo le distanze. E però quasi tutti i parlamentari hanno fatto investimenti personali identici a quelli della Lega. C'era la fila per chiedermi consigli".