L'ex leader dei Ds non esclude la presentazione di un nuovo soggetto se non ci sarà un congresso anticipato. Ma Renzi replica: mi è stato chiesto di non farlo e di rispettare le regole
Continua la contesa a distanza tra le diverse anime del Partito democratico. In primo piano il travagliato percorso verso il varo di una legge elettorale necessaria per andare quanto prima alle elezioni e la richiesta di congresso anticipato che deciderà il futuro assetto del Pd. Mentre però il segretario Matteo Renzi non cita mai direttamente l’ex premier Massimo D’Alema, uno dei principali avversari interni, concentrandosi invece sui successi nella lotta all’evasione e sulla sua visione di un fisco “amico”, il leader di una cospicua minoranza dei Democrat è tornato a insistere sulla necessità di anticipare il congresso del partito.
“Sul fisco, rottamato il modello Dracula” - Nella lotta all’evasione “abbiamo rottamato il modello Dracula e scelto il modello Fisco 2.0” scrive Renzi sul suo blog, rivendicando i risultati del suo governo: "Il 2016 ha frantumato il record storico: 17 miliardi. Un risultato fantastico, superiore alle aspettative. La conclusione è che se si paga tutti, si paga meno. Come è accaduto, in piccolo, con il canone Rai passato da 113 euro a 90 euro". Non solo. “Se dopo le elezioni torneremo al Governo” aggiunge il segretario del Pd, “dovremo riprendere il ragionamento dall'Irpef e non solo da quella. L'ultima volta che è aumentata l'IVA era il settembre 2013, prima del nostro arrivo: deve restare l'ultima”.
Congresso anticipato o scissione? - “Se si anticipano le elezioni, è necessario anticipare il congresso. E senza un congresso, sarà Renzi che farà la scissione, che imporrà una frattura” questo il ragionamento di D'Alema. “Noi vogliamo un congresso perché il Pd è un grande partito che viene da ripetute sconfitte politiche. E i 3-5 milioni di elettori della sinistra che non votano più per il Pd, quelli si sono già scissi. L'obiettivo di recuperarli avrebbe un valore non irrilevante” sottolinea. Quanto alle alleanze che stringerà il nuovo partito, se mai nascerà, D'Alema chiarisce: “Una cosa è allearsi potendo condizionare la politica, altra cosa è consegnarsi”.
Pronta la replica di Renzi: nell'assemblea del Pd del 18 dicembre, dice, "mi è stato chiesto di non fare il congresso straordinario ma di rispettare la tempistica e le regole dello Statuto. Perché se uno fa parte di una comunità deve rispettarne le regole, no?"
Legge elettorale, la proposta di Orfini – In campo è sceso anche Matteo Orfini: tema, i tempi della legge elettorale: “se si entra in commissione senza alcuna intesa forte, si arriva al 2018 senza approvare nulla, e su questo noi non siamo disponibili” ha detto il presidente del Pd a margine di un convegno a Palazzo Giustiniani. “Se invece ci fosse un accordo forte tra i gruppi sulla legge elettorale, si potrebbe anche ricorrere ad una fiducia tecnica per accelerare i tempi parlamentari dell'approvazione. Noi proponiamo il Mattarellum ma possiamo anche accettare altre proposte ragionevoli”.