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Alunno diversamente abile escluso da recita, mamma: “Cambierà scuola”

Campania

"Non era un'audizione per Broadway o una prima al San Carlo, - scrive la donna in una lettera - era una rappresentazione tra bimbi della stessa classe di età compresa tra i quattro e i cinque anni" 

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Ha inviato una lettera all’Ansa la madre del bimbo di 5 anni escluso dalla recita di Natale di una scuola nel Napoletano perché diversamente abile. Nella missiva, la donna esprime tutto il suo disappunto per quanto accaduto e racconta le difficoltà legate al suo ruolo di genitore ma anche il grande amore per il figlio, affetto da iperattività regressa con ritardo cognitivo e sospetto autismo.

La lettera della madre

"Non era un'audizione per Broadway o una prima al San Carlo, - scrive la madre - era una rappresentazione tra bimbi della stessa classe di età compresa tra i quattro e i cinque anni. Dico 'era' e non 'è', perché il mio piccolo non parteciperà, non lo voglio il contentino, non lo accetto", sottolinea la donna in riferimento al fatto che l’istituto, dopo quanto accaduto, sta cercando di coinvolgere il bimbo. "A gennaio il mio bambino andrà anche in un'altra scuola", annuncia. Intanto sul web in molti hanno fatto arrivare alla famiglia il proprio messaggio di solidarietà.

Il commento di Licia Ronzulli

La presidente della commissione parlamentare per l'Infanzia e l'Adolescenza, Licia Ronzulli, ha commentato la vicenda in una nota: "La mamma del bambino escluso dalla recita di Natale a scuola per la sua disabilità ha deciso di fargli cambiare istituto e nessuno può giudicare la scelta di una mamma che ha visto il suo bambino discriminato. La lettera che ha diffuso questa mattina apre una ferita perché rappresenta una sconfitta per le istituzioni e, in particolare, per il mondo della scuola che non sono stati capaci di garantire i diritti di un bambino".

L’interrogazione nei confronti dei ministri Fioramonti e Bonetti

Ronzulli ha depositato un’interrogazione nei confronti del ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, e del ministro per le Pari Opportunità, Elena Bonetti, chiedendo "che accertino l'accaduto con gli strumenti che possiedono. Bisogna capire, per esempio, perché questo alunno non disponesse dell'insegnante di sostegno, come previsto in questi casi dalla legge 104, pur essendo la scuola in possesso della diagnosi funzionale e di tutte le certificazioni ufficiali relative alla patologia del minore". Ronzulli si è augurata che, una volta conclusa la fase istruttoria, "i ministeri interrogati possano mettere in campo misure che impediscano il ripetersi di episodi simili. Il trattamento riservato al bambino, che ha solo 5 anni, va contro i nostri principi costituzionali, contro la Convenzione Onu sui Diritti dell'Infanzia, contro le norme italiane per l'integrazione sociale e i diritti delle persone disabili e, soprattutto, contro il buonsenso. È un caso che non può e non deve essere sottovalutato".

Le parole dell'avvocato della maestra e della dirigente scolastica

"La dirigente scolastica ha accolto l'allievo da febbraio 2019", spiega l'avvocato Franzese, legale della maestra e della dirigente scolastica, in una nota. "L'alunno ha sempre ricevuto maggiori attenzioni e cure da parte della maestra, rispetto agli altri bimbi della sua età, poiché seppur non certificato al momento dell'iscrizione presso la scuola materna, il piccolo presentava difficoltà cognitive e problemi comportamentali palesati dalla madre. Le maggiori attenzioni e cure gli hanno permesso di fare grandi passi in avanti - sottolinea il legale - per la sua educazione e crescita, tanto è vero che la madre del piccolo si è sempre complimentata definendo gli sviluppi fatti dal minore come un vero 'miracolo'".
"Ne è prova - ha aggiunto il legale - la volontà della madre del piccolo di voler rinnovare l'iscrizione presso l'istituto scolastico per l'anno 2019/2020. Al momento dell'iscrizione la madre del piccolo non consegnò la diagnosi funzionale e l'attestazione da presentare al provveditorato al fine di garantirgli il dovuto sostegno. Per tal motivo, la dirigente unitamente all'insegnante hanno provveduto a stilare successivamente una relazione per garantire il sostegno adeguato all'alunno, consegnandola alla madre per poterla inviare al provveditorato".

"Il bambino non è stato escluso dalla recita

"La diagnosi funzionale è un documento fondamentale per attivare il processo di integrazione, - è scritto ancora nella nota - diversamente dalla certificazione medica, non si limita ad accertare il tipo e la gravità del deficit ma pone anche in evidenza le potenzialità dell'alunno (art. 3 DPR 24/2/94). Si comprende come la mancata consegna di tali documenti non abbia consentito al dirigente scolastico e ai docenti di individuare la classe più idonea per l'inclusione dell'alunno e di stabilire le ore di sostegno necessarie. Ciononostante, sono state prese tutte le precauzioni adeguate al fine di garantire al piccolo una vita scolastica al pari degli altri allievi. Vi è prova delle continue attenzioni della docente, a mezzo comunicazioni messaggistiche, anche nel periodo antecedente alla questione che qui ci occupa".
"Tanto premesso, - annuncia l'avvocato - si precisa che il bambino non è mai stato escluso dalla recita scolastica che si terrà il giorno 20 dicembre 2019. Ne è prova la fitta corrispondenza, tra la madre del bambino e la maestra, di tanti messaggi inviati via whatsapp, per discutere della questione".

"La madre era stata convocata dalla maestra"

"In particolare, - informa ancora la nota - il 9 dicembre l'insegnante invitava la madre del piccolo a presentarsi a scuola per ottenere l'assenso del bimbo alla partecipazione della recita di Natale ed individuare insieme le migliori strategie per l'inclusione nell'attività teatrale, così come già avvenuto in occasione di una precedente attività laboratoriale, ove la madre non era convinta che il figlio potesse parteciparvi, viste le difficoltà cognitive e ne diede il consenso solo a seguito di premura, impegno e sollecito della docente ai fini della completa inclusione del piccolo".
"Tale esplicita richiesta di presentarsi presso l'istituto veniva fatta poiché l'insegnante, nei giorni precedenti, non era riuscita ad ottenere chiarimenti necessari sulla volontà della madre. Quest'ultima, nonostante i continui inviti, non si presentava e, pertanto, la docente è stata costretta a comunicare alla rappresentante di classe la lista del materiale vestiario occorrente per ogni singolo bambino (non la lista dei partecipanti alla recita), avendo cura di specificare che non vi fosse ancora il nominativo del piccolo, per la necessità di doversi prima interfacciare con la madre", conclude il comunicato.