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Migranti, 200 in corteo a Napoli: "Siamo le sardine nere"

Campania
Foto di archivio (ANSA)

Durante il tragitto da piazza Garibaldi alla questura i manifestanti hanno mostrato cartelli contro l'ex ministro Salvini e l'attuale titolare del Viminale, Luciana Lamorgese

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Duecento 'sardine nere' del Movimento Migranti e Rifugiati di Napoli hanno partecipato a un corteo, partito da piazza Garibaldi e diretto verso la questura, per chiedere l'accelerazione dei tempi della procedura per il riconoscimento della protezione internazionale e il rapido rilascio dei permessi di soggiorno. "Chi sono le Sardine Nere? Sono tutte quelle sardine che non sono potute scendere nelle piazze italiane di queste ultime settimane, perché considerate diverse dalle altre Sardine", ha spiegato l'Ex Opg Je so' pazzo lanciando l'iniziativa su Facebook.

Il corteo

Durante il tragitto i manifestanti hanno mostrato cartelli contro l'ex ministro Salvini e l'attuale titolare del Viminale, Luciana Lamorgese. All'altezza di Via Mezzocannone c'è stata una deviazione verso la zona dei turistica dei Decumani. "Cambiano i governi e ministri dell'Interno, ma non cambiano le politiche contro i migranti, i rifugiati e le fasce più deboli della popolazione", hanno affermato il Movimento Migranti e Rifugiati Napoli e l'Ex-Opg Je so' Pazzo.
Il corteo, dopo aver attraversato parte del centro antico di Napoli, si è diretto in Via Medina davanti alla Questura, dove è stato attuato un breve presidio, mentre una delegazione ha partecipato a un incontro con rappresentanti delle forze di polizia. La protesta si è poi diretta in Piazza Municipio, dove si è svolto un nuovo presidio. I partecipanti hanno anche incontrato il senatore Gregorio De Falco (Gruppo Misto).

Le parole dei manifestanti

"Le nostre vite non possono più aspettare - hanno aggiunto i manifestanti -, scendiamo in piazza per richiedere l'immediata abrogazione dei decreti sicurezza e contro le procedure dell'Ufficio Immigrazione della Questura di Napoli, che attraverso la macchina della burocrazia continua a tenere in un limbo giuridico la vita di centinaia di persone e non garantisce ai richiedenti protezione internazionale di accedere all'istituto della protezione internazionale come sancito dalla Costituzione e dalle leggi attualmente in vigore". Avere il permesso di soggiorno, hanno sostenuto gli organizzatori, "significa poter accedere al sistema sanitario, all'istruzione, al riconoscimento dei figli. Avere il permesso di soggiorno significa poter contrattare un giusto salario sul posto di lavoro e una possibilità in più per ribellarsi allo sfruttamento, significa potersi spostare liberamente sul territorio, significa avere l'opportunità di condurre una vita dignitosa e non essere condannati a vivere come fantasmi nei ghetti delle nostre città".

Il commento di un membro dell'Ex-Opg Je so' Pazzo

Chiara Capretti, del medesimo movimento, ha dichiarato: "Al centro della protesta i ritardi rispetto a un problema grave. Di fronte agli annunci fatti di voler mettere mano al decreto sicurezza, si dimostra che non c'è volontà politica di affrontare il problema. In Italia ventimila persone hanno avuto il diniego del permesso di soggiorno in base al decreto; ma chi ha presentato la domanda per avere la 'protezione umanitaria' prima dell'emanazione del provvedimento secondo la Cassazione ha il diritto al permesso di soggiorno, la legge non è retroattiva".