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Medico ucciso a San Donato, fermato si giustificò: mi ha rovinato vita

Lombardia

L'uomo accusato del delitto, un 62enne con precedenti, prima dell'aggressione avrebbe tentato di investire Giorgio Falcetto, che aveva appena concluso il turno di notte

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Proseguono le indagini sull'aggressione ai danni di Giorgio Falcetto, medico 76enne ucciso a colpi di accetta nel parcheggio del Policlinico San Donato (Milano). 

L'interrogatorio

"Mi ha rovinato la vita". Con queste parole Benedetto Bifronte, il 62enne accusato dell'omicidio, ha cercato di giustificare ciò che ha fatto, sentito dagli investigatori subito dopo il fermo. Il verbale è agli atti delle indagini dei carabinieri, coordinate dal pm Giovanni Polizzi. Nelle dichiarazioni con cui ha confessato il delitto due giorni fa Bifronte ha raccontato che quella mattina è andato al pronto soccorso del Policlinico San Donato perché si era svegliato con un dolore al petto, ma dopo aver visto che c'era troppa gente in attesa è uscito ed è tornato alla macchina. Ha detto che in quel momento ha riconosciuto il medico che "due anni fa mi aveva fatto una flebo", che a suo dire gli avrebbe causato "gravi problemi di salute". Ha riferito di avergli detto, mentre gli passava vicino, che a causa sua stava sempre male, sostenendo pure che Falcetto lo avrebbe insultato a sua volta. Andandosene, poi, con la sua auto Bifronte avrebbe urtato contro la macchina del medico e a quel punto, secondo la sua versione, si sono messi a litigare. "Io ero tranquillo ma il medico era agitato", ha sostenuto ancora. E ha aggiunto di aver "perso la testa", di aver colpito Falcetto con quell'accetta presa dal bagagliaio e di essere scappato perché aveva paura, così ha detto, che gli altri attorno gli potessero fare del male. E ha concluso il suo racconto: "Il medico che mi ha fatto le due flebo mi ha rovinato la vita".

 

Il 62enne resta in carcere

Intanto, il 62enne deve restare in carcere per omicidio volontario, lo ha deciso il gip di Milano che, accogliendo la richiesta del pm Giovanni Polizzi nelle indagini dei carabinieri, ha convalidato il fermo e disposto la custodia cautelare per l'uomo che nell'interrogatorio davanti al giudice è rimasto in silenzio. Stando all'ordinanza del gip, sussiste il pericolo di reiterazione del reato, anche perché Bifronte è incapace di controllare i propri impulsi di aggressività, come dimostrerebbe anche il fatto che girava con un'accetta nel bagagliaio della sua auto. Tra l'altro, viene chiarito sempre nel provvedimento, allo stato non si può dubitare della capacità di intendere e di volere del 62enne al momento del fatto, anche perché nel suo passato non ci sono disturbi psichiatrici segnalati. Il gip precisa, inoltre, che la Procura sta effettuando ulteriori indagini per chiarire i contorni della vicenda e le effettivi motivazioni dell'omicidio, anche in relazione agli eventuali rapporti pregressi tra i due.