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Milano, bimba morta: la madre interrogata oggi davanti al gip

Lombardia
©Ansa

La 37enne è accusata di omicidio volontario aggravato anche dai futili motivi e dalla premeditazione per aver lasciato la sua bimba, di quasi un anno e mezzo, a casa da sola per più di sei giorni. Secondo i primi accertamenti, la piccola è morta “per stenti e mancanza del necessario accudimento”

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È stata interrogata nel pomeriggio dal gip di Milano Fabrizio Filice, nel carcere di San Vittore, Alessia Pifferi, la 37enne accusata di omicidio volontario aggravato anche dai futili motivi e dalla premeditazione per aver lasciato Diana, la sua bimba di quasi un anno e mezzo, a casa da sola per più di 6 giorni.

L'interrogatorio si è svolto nel carcere di San Vittore ed è durato, pare, più di un'ora. Uscendo dal carcere il legale della donna, l'avvocato Raffaella Brambilla, non ha voluto rilasciare dichiarazioni ai cronisti. Il provvedimento del giudice sarà depositato domani. La Procura ha chiesto la convalida del fermo e la custodia in carcere.

La morte della piccola

La piccola è morta, secondo i primi accertamenti in attesa dell'autopsia, "per stenti e mancanza del necessario accudimento". Nel frattempo, la Procura ha disposto l'autopsia sul corpo della bimba, che si terrà nei prossimi giorni e che potrà chiarire le cause esatte della morte, anche perché il sospetto è che la madre abbia fatto anche assumere a Diana delle benzodiazepine. 

L’interrogatorio davanti al pm: “Sapevo che poteva andare così”

Per la donna il pm Francesco De Tommasi ha chiesto la convalida del fermo e la custodia cautelare in carcere nelle indagini condotte dalla Squadra mobile. Pifferi, durante l'interrogatorio nella notte tra mercoledì e giovedì, non ha mai pianto, né perso il controllo ed è apparsa lucida nella ricostruzione dei fatti. "Sapevo che poteva andare così", avrebbe detto davanti al pm, rimanendo, però, in silenzio di fronte ad alcune domande sul suo comportamento. Il giudice, dopo l'interrogatorio di oggi, dovrebbe depositare domani il suo provvedimento.

Inquirenti: comportamento dettato da volontà

Per portare avanti le sue relazioni e divertirsi la 37enne non ha avuto scrupoli nel lasciare la piccola nell'abitazione ben sapendo che poteva morire di stenti: per questo motivo il pm di Milano Francesco De Tommasi ha contestato, assieme a quella della premeditazione, anche l'aggravante dei futili motivi. Tra le esigenze cautelari contestate, c'è il pericolo di reiterazione del reato perché la donna è ritenuta una persona pericolosa. Quello della donna, secondo gli inquirenti, è stato un comportamento non dettato da una situazione di degrado o di tossicodipendenza, ma pare da una volontà, emersa in modo 'intermittente' anche nell'interrogatorio, di far finta di non aver mai dato alla luce quella bambina, che sarebbe stata il frutto di una relazione clandestina. Forse indesiderata poiché, come hanno spiegato anche i vicini, "non giocava mai con lei, non la portava a passeggio, la teneva sempre nel passeggino". Gli inquirenti, al momento, ritengono che non ci sia alcuna esigenza di richiedere una perizia psichiatrica o di effettuare una consulenza sullo stato mentale della donna, che è apparsa lucida e presente a se stessa nell'interrogatorio davanti a pm e investigatori.

Contestati episodi precedenti di abbandono

Gli inquirenti, tra l'altro, contesteranno nei prossimi giorni a Pifferi anche l'accusa di abbandono di minore per gli episodi precedenti nei quali avrebbe lasciato la figlia sola nell'abitazione: si tratta, a quanto si è saputo, di almeno due o tre fine settimana, dallo scorso giugno in poi, quando lei aveva riallacciato la relazione col suo compagno di Leffe (Bergamo), dove era andata anche la sera del 14 luglio. Tra l'altro, è emerso che anche tra marzo e aprile scorso la donna avrebbe lasciato la piccola in casa da sola almeno per una sera per una frequentazione occasionale con un altro uomo. Nell'interrogatorio ha sostenuto di non ricordare il nome della persona che aveva visto quella sera.

La ricostruzione della vicenda

Secondo le indagini, nel tardo pomeriggio del 14 luglio Pifferi avrebbe lavato e cambiato la piccola e le avrebbe lasciato nel lettino da camping un biberon con del latte. Dopo di che sarebbe andata a Leffe, nella Bergamasca, per raggiungere il suo attuale compagno (non padre della bimba), al quale avrebbe detto che Diana era al mare con sua sorella. È rientrata a casa mercoledì mattina e ha trovato la figlia morta. Gli investigatori hanno sequestrato una boccetta mezza vuota di En, un potente tranquillante, trovata nell'abitazione e il sospetto è che la madre potrebbe averlo fatto assumere alla bambina sia quando l'ha abbandonata la settimana scorsa che in altre occasioni. Non era la prima volta, tra l'altro, che la lasciava sola per qualche giorno. 

Il compagno all'oscuro di tutto

Dalle varie testimonianze raccolte nell'inchiesta della Squadra mobile emerge anche la descrizione di una persona che viveva raccontando tante "bugie". Quelle che avrebbe detto al compagno, un elettricista di 58 anni, che ha raggiunto a Leffe la sera del 14 luglio lasciando la piccola nel lettino della casa di via Parea, quando gli ha spiegato che Diana era al mare con la sorella. "Ero all'oscuro di tutto", ha detto l'uomo, distrutto, davanti agli investigatori. Agli inquirenti ha spiegato di essere "disoccupata", ma indagando si è scoperto che aveva entrate con cui riusciva a mantenersi.

Le indagini

La piccola, a quanto risulta dai verbali, dalle testimonianze e dagli accertamenti effettuati finora dalla Squadra mobile, era nata a fine gennaio scorso nella casa del compagno (un elettricista e non è il padre di Diana) in provincia di Bergamo. La madre ha riferito di non sapere chi sia il papà della bimba. Inoltre, è stato sequestrato il telefono della 37enne e gli investigatori, attraverso le analisi di alcune chat importanti, stanno ricostruendo la vita di Pifferi negli ultimi mesi.

Il profilo della madre

Alessia Pifferi "diceva di essere una psicologa infantile e di saperci fare con i bambini" quando era a Leffe, il paese della provincia di Bergamo dove vive l'attuale compagno e dove lei è andata la scorsa settimana lasciando a casa da sola la figlia di 16 mesi, che è morta di stenti. Lo riporta l'Eco di Bergamo. A Leffe, in casa, il 29 gennaio 2021 è nata Diana, una gravidanza, diceva Alessia, di cui non si era accorta fino all'ultimo. E spesso, raccontano nel paese, si vedeva in giro con il passeggino. Lo scorso anno aveva detto, mentendo, che la madre era morta di Covid. "Mi aveva detto che doveva andare in gita con il compagno - ha riferito al quotidiano una negoziante - e che la figlia gliel'avrebbe tenuta la mamma, ma che poi era saltato tutto perché la madre si era ammalata di Covid e, alla fine, era pure morta. 'Devo andare in Calabria per i funerali', aveva raccontato". Nel paese, che ha 4.300 abitanti, è grande lo sconcerto. "Non so cosa dire, non sappiamo niente di preciso, abbiamo solo sentito anche noi quello che è accaduto" ha commentato il fratello dell'attuale compagno di Alessia.

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