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Covid, Fontana: “Lombardia da zona gialla, ma non voglio correre”

Lombardia

Il governatore ha ribadito che dal "dal 27 potremo chiedere di entrare nella zona arancione”. Oggi in regione 4.886 nuovi casi di coronavirus a fronte di 31.033 tamponi eseguiti, con un rapporto tra test e positivi pari al 15,7%

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"Noi dal 27 potremo chiedere di entrare nella zona arancione. I dati oggi addirittura ci accrediterebbero in zona gialla, ma io non voglio precorrere i tempi". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, in diretta su Zapping, su Rai Radio 1, alla luce del bollettino odierno: in regione sono stati infatti registrati 4.886 nuovi casi di coronavirus - a fronte di 31.033 tamponi eseguiti, con un rapporto tra test e positivi pari al 15,7% - e 13 ricoveri in meno in terapia intensiva. I dati, ha spiegato Fontana, "sono sicuramente molto incoraggianti, soprattutto in questi ultimi giorni c'è un costante, lento ma continuo miglioramento. Noi da un punto di vista tecnico da 15 giorni saremmo entrati nella zona arancione, il Dpcm pretende però giustamente che bisogna confermare i dati per due settimane”, ha dichiarato il governatore. (CORONAVIRUS: TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - MAPPE E GRAFICI DEL CONTAGIO - LA SITUAZIONE IN LOMBARDIA)

“Governo dia risposte chiare su sci”

Fontana ha quindi parlato della riapertura delle piste da sci. ”Io credo - ha detto - che anche in questo caso si dovrà avere una risposta dal Governo, sia per quanto riguarda l'applicazione delle linee guida, sia, nel caso in cui ritenesse che ciò non fosse possibile, almeno un chiarimento su quando sarà possibile. Riaprire gli impianti sciistici e gli alberghi è una cosa complessa - ha aggiunto Fontana - che richiede preparazione. Quindi su questo argomento ci deve essere chiarezza". Quanto a una decisione collettiva a livello europeo, "credo che sarebbe una buona cosa. Noi come Lombardia siamo pronti, abbiamo predisposto le linee guida, siamo nelle stesse condizioni dell'Austria. Adesso è una valutazione che deve fare il Governo", ha ribadito Fontana. "Io anche all'inizio della seconda ondata con il Ministro Speranza avevo auspicato che ci potesse essere un intervento europeo, perché è assurdo che ci siano dei Paesi a causa del lockdown perdano competitività rispetto a un altro, anche se poi le condizioni sanitarie sono le stesse", ha spiegato Fontana. "La questione - ha proseguito - è nata anche perché era prevista nei provvedimenti governativi la predisposizione di linee guida per la riapertura degli impianti sciistici, quindi da lì nasce l'aspettativa che noi, ma soprattutto tutte le persone che lavorano nel campo della neve, hanno. Sono aspettative - ha concluso - che sono molto importanti perché si riferiscono a un comparto che muove una grossa parte dell'economia".