Sono stati sequestrati nel blitz di oggi beni per un valore di 17 milioni di euro. L'indagine del pm Grazia Colacicco è una tranche della nota inchiesta sulla truffa dei diamanti anche a danni di vip come Vasco Rossi
L'imprenditore milanese Nicolò Maria Pesce, titolare 43enne che opera nel settore finanziario con società di consulenza, è stato arrestato dalla guardia di finanza di Milano per il riciclaggio dei risparmi investititi da migliaia di risparmiatori truffati. L'uomo è finito in carcere in una tranche dell'inchiesta sui raggiri sulle pietre preziose, condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano e coordinata dal pm Grazia Colacicco.
Il sequestro
Sono stati sequestrati nel blitz di oggi beni per un valore di 17 milioni di euro. L'indagine del pm Grazia Colacicco è una tranche della nota inchiesta sulla truffa dei diamanti anche a danni di vip come Vasco Rossi (LA TRUFFA), Federica Panicucci e Simona Tagli, ed era partita da una segnalazione di un amministratore giudiziario. Indagine che aveva consentito di accertare la "commissione di una truffa - spiega la finanza- per diverse centinaia di milioni di euro, ai danni di decine di migliaia di risparmiatori, da parte di società che, attraverso il sistema bancario, promuovevano e vendevano diamanti a prezzi notevolmente superiori rispetto all'effettivo valore". Le denunce in procura sono ancora in aumento. L'indagine "Crazy Diamond" era stata chiusa nei mesi scorsi (in vista della richiesta di processo) a carico di 87 persone fisiche e sette società, tra cui anche gli istituti di credito Banco Bpm, Unicredit, Intesa Sanpaolo, Mps, BancaAletti. E c'è già stato un sequestro, a carico anche delle banche, da 700 milioni di euro. Approfondendo, poi, i flussi finanziari di una delle società le cui quote erano già state sottoposte a sequestro, i finanzieri hanno ricostruito "il complesso meccanismo di riciclaggio utilizzato per occultare una parte dei proventi della truffa, anche attraverso l'interposizione di numerose persone fisiche e giuridiche".
Le indagini
Le indagini hanno permesso di accertare che Pesce, con un complesso giro di società, avrebbe riciclato oltre 20 milioni di euro, una porzione dei presunti profitti illeciti per circa 500 milioni di euro della nota maxi truffa sui diamanti dai prezzi gonfiati ai danni di migliaia di investitori, tra cui anche vip. In particolare, avrebbe "riciclato e reinvestito i propri guadagni illeciti in fondi gestiti da una società d'investimento lussemburghese" e finanziando "numerose imprese" a lui riconducibili, tutte attive nel centro-nord: "un ristorante a Forte dei Marmi, una cava di marmo, una sartoria e un concessionario di autovetture" a Carrara e due società di recupero crediti e intermediazione immobiliare con sede a Milano. Le attività della finanza sono state effettuate a Milano, Roma, Varese e nelle province di Lucca e Massa Carrara e hanno portato al sequestro di "53 rapporti finanziari, 21 partecipazioni societarie, un immobile e un'autovettura".
Le accuse
Come emerge dall'ordinanza del gip Anna Calabi, l'imprenditore è accusato di aver ricevuto "in più tranche" da Maurizio Sacchi, amministratore della Diamond Private Investment e uno dei principali indagati nell'inchiesta sui diamanti, per conto di società a quest'ultimo riconducibili, Magifin e Magifin Immobiliare, oltre 20 milioni di euro. Soldi che - si legge nell'ordinanza - transitando dai conti della Kamet, società di consulenza di Pesce, "venivano trasferiti" sui conti "delle società del gruppo Grenade", riconducibile sempre all'imprenditore.
Il contenuto dell'ordinanza
Come si legge negli atti, l'imprenditore sarebbe stato a conoscenza "delle vicende giudiziarie" in cui era coinvolto Sacchi e ne parlava con l'avvocato ed ex senatore di Forza Italia, Giancarlo Pittelli, arrestato a dicembre in un'inchiesta sulla 'ndrangheta e che prima era il legale dello stesso Sacchi. In particolare, il 19 febbraio 2019 Pittelli "informava" Pesce di un sequestro: "Dpi sequestrata ... questa mattina ... un gran casino c'è anche il riciclaggio (...) quindi fai attenzione". E ancora: "La questione di Sacchi è molto molto seria e lui non capisce nulla". E Pesce replicava: "Lui deve stare fermo e zitto adesso". Pesce avrebbe "reinvestito" i soldi illeciti "in fondi gestiti da una società d'investimento lussemburghese" e finanziando imprese a lui riconducibili: "un ristorante a Forte dei Marmi, una cava di marmo, una sartoria, un concessionario di autovetture" e due società di recupero crediti e intermediazione immobiliare.
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