"A breve alle fermate dell'autobus o durante le code per i nostri servizi non si fumerà", ha aggiunto il primo cittadino durante l'incontro con i cittadini nel quartiere Isola
"Entro il 2030 non permetteremo più di fumare all'aperto". Lo ha detto il sindaco di Milano Giuseppe Sala, durante l'incontro con i cittadini nel quartiere Isola, aggiungendo che "subito o a breve alle fermate dell'autobus o durante le code per i nostri servizi non si fumerà".
"Ciascuno deve fare la sua parte"
Il provvedimento, ha spiegato Sala, è stato inserito all'interno del Regolamento Aria-Clima, che sarà discusso prossimamente dal Consiglio comunale e che il sindaco spera sia approvato entro marzo. "Questa è la visione della Giunta - ha proseguito Sala -, ogni proposta dovrà passare dal Consiglio comunale". Il divieto di fumare all'aperto potrebbe essere introdotto "attraverso un'ordinanza, se viene approvato il regolamento che conterrà regole su tanti aspetti". Il "vero rischio" infatti, ha aggiunto il primo cittadino, è che l'emergenza inquinamento si riduca "a traffico e riscaldamento, ma c'è altro", come ad esempio fuochi d'artificio o i forni a legna delle pizzerie. "Devono essere introdotti molti obblighi perché ciascuno faccia la sua parte", ha sottolineato Sala.
Per quanto riguarda il riscaldamento, il primo cittadino si è impegnato affinché negli edifici comunali non ci siano più caldaie a gasolio. "Il mio impegno è che tutti gli edifici del Comune abbandonino il gasolio o avviino la riconversione prima della fine del mio mandato", ovvero il 2021. "Prometto che non ce ne sarà neanche più uno con il gasolio", ha concluso il primo cittadino chiarendo che ad oggi sono ancora "una decina".
Le reazioni della politica
"Vietare il fumo alle fermate dei mezzi pubblici è giusto e utile, il fumo delle sigarette contribuisce in città alla formazione dello smog in misura del 5/7%", ha detto il consigliere comunale del Pd, e anima ambientalista del partito a Milano, Carlo Monguzzi. "Lo smog ha tante cause: auto, riscaldamento, bruciare la legna e quindi camini e forni, allevamenti intensivi, fumo da sigarette, porte aperte dei negozi con lame d'aria e altro - ha preseguito Monguzzi - vanno combattute tutte. Chi, ad ogni provvedimento dice sempre che ci vuole ben altro è noioso e inutile".
La Lega: “Non basterà spegnere le sigarette, forse bisognerebbe cambiare sindaco"
"Ogni weekend la magica fabbrica di armi di distrazione di massa made in Milano produce nuove trovate di marketing, e il signor Sala annuncia una stretta sul fumo in città", ha invece affermato il capogruppo della Lega al Comune di Milano, Alessandro Morelli. "Purtroppo gli annunci non bastano per fare del bene a una città in cui l'amministrazione ha cannato tutte le politiche ecologiche, da Area C ad Area B, il signor Sala ha usato l'ecologia per tassare i cittadini e fare cassa salvandosi la faccia - ha concluso Morelli - Non basterà spegnere le sigarette in strada affinché l'aria di Milano diventi pulita, forse bisognerebbe cambiare sindaco".
L'ex ministro Sirchia: “Importante iniziativa”
Una "buona e importante iniziativa. È bene muoversi su questo fronte, dall'applicazione della legge del 2005 non c'è stata più nessuna iniziativa di allargamento di quella normativa", ha detto Girolamo Sirchia, classe '33, già ministro della Salute, e 'papà' della legge antifumo che lo ha vietato nei luoghi pubblici. "La prima regola – ha detto Sirchia all'ANSA – che mi stava più a cuore era proprio quella di estendere la norma ai luoghi assembrati, come i gazebo fuori dai locali o le fermate dei bus o dei tram, che consentono di fatto una contaminazione da fumo passivo e dare il segnale che ci si muove in questa direzione è già importante. In 15 anni si è fermato praticamente tutto". Sirchia, che a Milano si occupa dell'associazione Amici del Policlinico donatori di sangue mette poi l'accento sui controlli: "Bisogna far rispettare questi divieti. I controlli sono molto limitati e lasciati al buon cuore della gente che fa rispettare le norme".
Divieti simili in Svezia, Polonia e Germania
Divieti simili a quelli proposti dal sindaco di Milano esistono in diversi stati del mondo. In Svezia è vietato fumare nei parchi, seduti ai tavoli esterni dei bar e dei ristoranti e alle fermate dei tram, così come non ci si può accendere una sigaretta in attesa del bus neanche in Polonia o in Germania. Negli Stati Uniti è vietato fumare nei parchi di New York, così come sulle spiagge o tra le strade della California. Tra casi più eclatanti c'è quello di Halifax, città canadese di quasi 400mila abitanti, in cui si può fumare all'aperto solo in un centinaio di 'spot' prestabiliti.