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Milano, aggressione Casapound: chiesto un anno per editore Altaforte

Lombardia
Francesco Polacchi (ANSA)

Francesco Polacchi è accusato di lesioni personali aggravate per aver picchiato - secondo il pm - un esponente dell’Anpi e un attivista dei diritti dei migranti nel 2017 a Palazzo Marino. Nel processo sono imputate altre sette persone

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Vanno da tre mesi a un anno di reclusione le pene chieste dal pm di Milano, Enrico Pavone, nei confronti degli otto militanti di Casapound che il 29 giugno del 2017 aggredirono un esponente dell’Anpi, Filippo Santino Masi, e un attivista dei diritti dei migranti, Jorge Castro Casaraz, all’interno di Palazzo Marino, sede del comune milanese. Tra gli imputati nel processo che si sta celebrando nel capoluogo lombardo figura anche Francesco Polacchi, editore di “Altaforte”, accusato di lesioni personali aggravate, per il quale Il pubblico ministero ha chiesto la pena più alta. Le altre sette persone coinvolte devono rispondere, a vario titolo, di resistenza a pubblico ufficiale e getto di cose pericolose. La sentenza è attesa per l’11 febbraio.

L’aggressione

Secondo quanto ricostruito, il 29 giugno 2017 alcuni rappresentanti del movimento di estrema destra fecero irruzione nella sala del consiglio comunale di Milano per contestare il sindaco Giuseppe Sala, indagato nella vicenda dell'appalto sulla Piastra di Expo. Il gruppo poi, uscendo, incrociò dentro Palazzo Marino una delegazione di circa dieci persone, tra cui Masi e Carasaz, che stava aspettando di incontrare il capo del gabinetto del sindaco per presentare una richiesta di residenza per migranti richiedenti asilo. La delegazione faceva parte di un gruppo più numeroso, circa 500 persone, in presidio davanti al Comune.

Il racconto delle vittime

Secondo la testimonianza delle due vittime, uno dei militanti di estrema destra avrebbe rivolto a un ragazzo di colore, che faceva parte della delegazione, l'espressione offensiva "Neg... di m...! Che cosa ci fai tu qui?". Poi, Polacchi e un altro imputato, il torinese Maurizio Zatelli, avrebbero iniziato a picchiarli. "Mi hanno dato tre cazzotti in testa e sono andato in ospedale, dove mi hanno dato una prognosi di una settimana", ha raccontato Masi al termine dell’udienza odierna. L'esponente dell'Anpi ha poi confermato di non avere alcuna intenzione di accettare eventuali risarcimenti: "Io faccio parte dell'Anpi, quella gente lì l'ho sempre contestata, ho sempre combattuto i fascisti, non li posso vedere”.