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Omicidio a Rozzano: l’uomo accusato di abusi sulla nipote forse attirato in una trappola

Lombardia
Foto di archivio (Fotogramma)

L'inchiesta sull'omicidio di Rozzano si allarga: gli inquirenti starebbero indagando anche su altri membri della famiglia e non solo sul killer e il complice che si sono costituiti 

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L’uomo ucciso a colpi di pistola per strada a Rozzano potrebbe essere stato attirato in una trappola. Il 63enne ucciso – indagato per abusi sulla nipotina, che sarebbero andati avanti per circa due anni, tra il 2016 e il 2018, quando l'uomo era ospite, soprattutto nei periodi festivi, a casa della figlia – si era infatti trasferito a Napoli dopo che in famiglia era emersa la vicenda delle presunte violenze. Con una scusa sarebbe stato attirato a Rozzano (Milano). Da quanto si è appreso, gli inquirenti starebbero indagando anche su altri membri della famiglia, e non solo sul padre della piccola che si è costituito con un complice. I due, accusati di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, saranno interrogati domani mattina dal Gip di turno Elisabetta Meyer. 

La nuova ipotesi

Attraverso le indagini, condotte dai carabinieri e coordinate dal procuratore aggiunto Letizia Mannella e dal Pm Monia Di Marco, si sta cercando di capire perché il 63enne, dopo essersi trasferito nei mesi scorsi a Napoli, in seguito alla denuncia della figlia dell'uomo e madre della bimba, avesse deciso di tornare a Rozzano. Secondo quanto emerso fino a ora, infatti, tutti i suoi familiari di Rozzano avevano 'messo al bando' quell'uomo, colpevole ai loro occhi, di avere violato il “codice d'onore familiare” abusando della bambina.

La posizione del killer e del complice

Negli interrogatori di martedì 26 febbraio che hanno portato ai fermi, il padre della piccola, 35 anni e con precedenti penali, ha negato che il delitto, compiuto “per vendetta”, sia stato premeditato e avrebbe cercato di liberare dalle responsabilità il presunto complice, 27 anni, che era alla guida dello scooter. Oggi gli inquirenti dovrebbero inoltrare al Gip Teresa De Pascale la richiesta di convalida dei due fermi e di custodia cautelare in carcere con l'accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione.

I presunti abusi

La bimba, che avrebbe subito abusi dal nonno, era stata sentita proprio lunedì pomeriggio in un incidente probatorio davanti al Gip, alla presenza dei Pm e dei legali, per cristallizzare le sue dichiarazioni, già rese in un'audizione protetta, in vista di un processo a carico del presunto pedofilo. L'incidente probatorio era finito verso le 16, circa un paio d'ore prima dell'omicidio.