Il Procuratore generale di Milano dovrebbe depositare il ricorso lunedì, sottolineando che l'ex fotografo deve rimanere in carcere a causa delle violazioni, sia delle prescrizioni ordinarie, che della legge sugli stupefacenti
Sarà depositato entro lunedì prossimo il ricorso in Cassazione della Procura Generale di Milano contro l'ordinanza con cui il Tribunale di Sorveglianza ha confermato l'affidamento territoriale a Fabrizio Corona, rigettando così la richiesta del ritorno in carcere, avanzata da Nunzia Gatto. Il tribunale di Sorveglianza, la scorsa settimana, rendendo definitivo l'affidamento terapeutico territoriale in base anche all'"individualizzazione del trattamento" (art. 13 ordinamento penitenziario), aveva parlato di esito "positivo" del percorso di Corona e di "numerosi passi avanti" compiuti.
L'atto di impugnazione
Il Procuratore generale, secondo quanto appreso dell'Ansa, sta scrivendo l'atto di impugnazione, in cui si ribadisce come Corona dovrebbe espiare la pena in cella per violazioni, sia della legge sugli stupefacenti, che prevede l'affidamento in prova in casi particolari, che delle prescrizioni ordinarie. Alla base del ricorso ci sarebbe, in particolare, la violazione dell'articolo 94 del testo unico sugli stupefacenti, che prevede "l'affidamento in prova in casi particolari", con le conseguenti prescrizioni quali, ad esempio, l'astensione dal consumare droga, e i colloqui regolari con i servizi sociali.
Le prescrizioni ordinarie
La norma rimanda anche alle prescrizioni ordinarie previste dall'articolo 47 della legge sull'ordinamento penitenziario, tra cui il rispetto degli orari, il divieto di allontanarsi dalla Regione Lombardia e di frequentare pregiudicati. Il Procuratore, come aveva già evidenziato in udienza davanti ai giudici della sorveglianza un paio di settimane fa, ha sottolineato le violazioni commesse dall'ex fotografo con le ospitate in tv e il mancato rispetto di regole e orari. Due casi su tutti: la sua presenza, di sera, a Roma, in occasione di una puntata del Grande Fratello Vip e gli insulti al sostituto procuratore di Milano.