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“A cosa serve un premio letterario?”: Petrocchi racconta lo Strega (e le sue polemiche)

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Filippo Maria Battaglia

Il manifesto dell'edizione del premio Strega di quest'anno è di Elisa Seitzinger

"È ovviamente una parte importante del mondo dei libri, ma non è tutto", dice a "Incipit" il direttore della Fondazione Bellonci che ogni anno organizza la competizione. Prima di aggiungere: "Si dovrebbero spendere più energie a guardare ciò che c'è fuori, oltre che quello che c'è dietro al premio"

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"Più si sente parlare del premio Strega, meno sta succedendo qualcosa di importante nel mondo dei libri". La frase, del 2009, è di Alessandro Baricco, uno che, per sua scelta, non ha mai frequentato gli "Amici della Domenica" che ogni anno decidono il vincitore al Ninfeo di Villa Giulia (molti anni rifiutò la proposta di entrare tra i votanti citando il "I would prefer not to" del Bartleby di Melville).

Una posizione, questa, che non sembra dispiacere a Stefano Petrocchi, il direttore della Fondazione Bellonci che organizza il premio (quest'anno la finale si terrà il 6 luglio). "Lo Strega, a volte, è un catalizzatore un po’ deformante: è ovviamente una parte importante del mondo dei libri, ma non è tutto - dice nella nuova puntata di 'Incipit', la rubrica di libri di Sky TG24  -  C'è molto altro e penso che si dovrebbero spendere più energie a guardare ciò che c'è fuori, oltre che quello che c'è dietro al premio".

 

Il canone, il pubblico (e le critiche)

In questa intervista, Petrocchi spiega quello che per lui è l'obiettivo di un premio letterario ( "non tanto formare un canone, ma rivolgersi alla società dei lettori e interpretarne le tendenze"), ne rivedica il ruolo  ("molto spesso, quando un titolo di buona qualità letteraria entra in classifica è passato per un premio come lo Strega o il Campiello"), risponde alle critiche sui troppi libri presentati (quest'anno, oltre ottanta): "Sono numeri che non mi spaventano e che sono del tutto naturali tenuto conto che le novità editoriali annuali della narrativa sono ormai quaratamila". E rivendica anche il compito del Comitato direttivo che seleziona la dozzina di candidati: "Non solo deve anticipare i gusti del pubblico ma, quando è possibile,  deve in qualche modo anche orientarli. C'è un dialogo costante con il mondo editoriale: non siamo soltanto i terminali di scelte fatte altrove".

 

L'intervista è disponibile anche come podcast in tutte le principali piattaforme cercando la rubrica "Tra le righe" o selezionando l'episodio nella playlist che si trova qui sotto.