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Bocciati in finanza, Bankitalia: competenze insufficienti

Economia

Simone Spina

Tassi, inflazione, ma anche critpovalute e contratti da firmare online. Quanto ne sappiamo di economia? Poco, nonostante il lieve miglioramento degli ultimi anni

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Chi ha un mutuo variabile ha visto nell’ultimo anno la propria rata galoppare. Ma quanti sapevano che i tassi a zero non sarebbero durati per l'eternità come ci insegna la Storia?

La pagella

La Banca d’Italia ci dice che abbiamo familiarità con temi di costante attualità come tassi e inflazione ma la nostra educazione finanziaria nel complesso è bassa. Su una scala da zero a venti, nella pagella di Palazzo Koch ci fermiamo a 10,6, che vuol dire un’insufficienza.

Scarso rendimento

I progressi fatti negli ultimi tempi, nonostante gli impegni delle istituzioni, sono scarsi: tre anni fa eravamo poco sotto il livello attuale e anche nel 2017 siamo stati bocciati. Più il titolo di studio è alto meglio ce la caviamo ma attenzione: tra i 18 e i 34 anni si riscontrano livelli di conoscenze inferiori alla media (così come tra gli anziani) e le donne masticano la materia peggio degli uomini

I bitcoin non sono come gli euro

Non va meglio per quanto riguarda le competenze di finanza digitale. Il voto, in questo caso, è di 4,4 su 10. Fa specie scoprire dal sondaggio di Via Nazionale che il 70 per cento degli intervistati crede che le criptovalute siano del tutto equiparabili agli euro (mentre si possono rifiutare se qualcuno ci vuole pagare in questo modo) e che il 63 per cento pensa che i contratti digitali non abbiano valore legale.

Occhio alle clausole

C’è anche una certa nonchalance diffusa quando si maneggiano computer e smartphone: il 30 per cento condivide con gli amici l’accesso alla banca online, pochi cambiano regolarmente le password o stanno attenti a non diffondere in Rete notizie sulla propria situazione economica. Solo la metà degli italiani, infine, legge a fondo i contratti che firma su internet, una regola aurea che – a quanto – pare molti ignorano.