Dopo l'onda anomala del titolo, spinto da piccoli trader chiamatisi a raccolta nel social Reddit, ora arriva la risacca: calo del 44% in una sola seduta, e tante piattaforme che bloccano o limitano gli acquisti. Il caso GameStop non sembra isolato: altre storie simili si affacciano all'orizzonte, grandi fondi e istituzioni studiano contromosse
Adesso che il ‘caso mediatico’ è esploso, si muovono un po’ tutti. Si muove il titolo GameStop, balzato prima a Wall street e poi agli onori della cronaca, non solo finanziaria, con un +333% in pochi giorni che ha dell’incredibile soprattutto per le modalità con cui è avvenuto, un tam-tam sui social network di piccoli investitori che potrebbe fare da apripista – chissà – a cambi epocali nel mondo degli affari. Si muovono i grandi fondi internazionali, spiazzati dall’effetto valanga di sommovimento dal basso non si sa fino a che punto spontaneo, fino a che punto pilotato. Si muovono le piattaforme di trading on line, molte delle quali partecipate o controllate proprio da questi giganti. Si muove la SEC, l’autorità di vigilanza dei mercati finanziari, finora alla finestra e “in fase di monitoraggio”, fa sapere. E inizia a muoversi anche il mondo della politica, americana e non solo, interessata ai risvolti social (e sociali) di un tentativo di rivoluzione animato da intenti, par di capire, genuinamente speculatori.
Il crollo del 44% e i limiti all'operatività
Andiamo con ordine.
Nella seduta di giovedì 28, a Wall street, il titolo GameStop, reduce da una folle corsa al rialzo – poco o nulla supportata dallo stato di salute del gruppo – subisce un tracollo del 44%. Il valore del titolo si è gonfiato a dismisura in poche settimane, e le “prese di profitto” scattano di prassi, in questi casi: se ho comprato un titolo quando vale 10 euro, e in pochi giorni sale a 20, 30 o 50, sarò ben tentato di venderlo per incassare subito il guadagno. E se lo fanno in tanti, la pressione delle vendite fa scendere il prezzo.
Ma non c’è solo questo (normale) meccanismo. Ad alimentare (in modo più artificioso) le montagne russe del titolo ci hanno pensato alcune tra le piattaforme di trading più utilizzate, che hanno limitato, e in alcuni casi bloccato del tutto, l’attività sul titolo dopo il +435% dell’ultima settimana. Attenzione, non (solo) a causa dell’andamento dei prezzi, ma (anche) per la quantità – improvvisamente enorme – di scambi sul titolo. Funziona, in soldoni, così: le società di brokeraggio (quegli intermediari che ci consentono di comprare e vendere sui mercati finanziari) devono depositare una certa quantità di denaro presso apposite istituzioni finanziarie (si chiamano “camere di compensazione”), questo a garanzia in caso di fallimento dell’intermediario stesso. Ora, un conto è dover garantire 10 titoli da 10 euro ognuno, ben altro è se in pochi giorni diventano 100mila titoli da 100mila euro.
I grandi fondi e il loro ruolo nelle app di trade
Insomma, il denaro in deposito andava aumentato prima di poter far riprendere le transazioni, da qui lo stop temporaneo. Ma la polemica è montata perché diverse tra questi operatori (da ultimo RobinHood, tra le più usate dagli investitori amatoriali) sono partecipate da grandi fondi d’investimento internazionali, che avendo puntato sul ribasso del titolo Gamestop hanno subito perdite rilevanti nelle ultime settimane. Piattaforme in conflitto d’interessi, dunque?
Conviene a questo punto ricordare la vicenda. Il gruppo texano GameStop, che conta 5mila store in tutto il mondo, va piuttosto male. Già da qualche anno. Nel 2020 poi, complice la pandemia e il boom di acquisti on line e di giochi in streaming, la crisi si aggrava. Il valore del titolo, alla Borsa di New York, scende di pari passo. Dai 45 dollari di 5 anni fa, ai 4 dollari di fine anno scorso. Complice anche la sfiducia dei grandi fondi di investimento, che “shortano” il titolo. È una tecnica che, in soldoni, permette agli operatori di guadagnare puntando sul calo di un’azione. La prendo in prestito quando vale 100. Aspetto che perda valore, scendendo ad esempio a 70. Solo allora la ricompro sul mercato, a quel prezzo, e la restituisco a chi me l’aveva prestata a 100. Guadagno netto, il 30%. Più scende, più guadagno. E poiché questa operazione la fa di solito chi ha spalle larghe con ingenti quantità, si crea un effetto domino per cui i cali, spesso, diventano crolli. Quasi impossibili da contrastare.
Reddit e il peso dei social network
Quasi. Perché a inizio 2021 sul social network Reddit piccoli investitori non professionali e appassionati di videogames, si coalizzano per comprare, e far comprare, il titolo. Muovendosi quasi più da accalorati troll di internet che da freddi investitori finanziari: meme, video, appelli, una caotica campagna che fa scattare gli acquisti sul titolo: il 4 gennaio vale 17 dollari e mezzo; il 27 gennaio ne vale quasi 350.Il 28, come detto, un crollo del 44%. Nell’after hour della stessa seduta (i “tempi supplementari”, riservati pochi investitori professionali) risale di oltre il 60%. Insomma, un andamento folle e schizofrenico, orami del tutto avulso dai ‘fondamentali’ (ossia dallo stato di salute reale della società e dalle sue prospettive).
Movimenti così impressionanti fino ad oggi sarebbero stati possibili solo con l’intervento di grandi fondi, quelli che muovono miliardi di dollari. Invece, mentre i maggiori operatori puntavano su ulteriori cali, i piccoli trader, coalizzati via social, facevano invertire la rotta a GameStop: guadagnandoci loro, e facendo perdere soldi ai giganti di Wall Street.
GameStop solo punta di un iceberg?
Non solo a GameStop, in realtà: negli ultimi giorni, situazionui analoghe di ‘sommovimenti dal basso’ hanno riguardato anche AMC, catena di cinema, o la cripotvaluta Dogecoin, balzata del 500% in poche ore.
Una rivoluzione, legata all’effetto social, che non è passata inosservata anche al mondo della politica, specie dopo che Elon Musk, il padre di Tesla e SpaceX, ha twittato il suo sostegno, dando ulteriore benzina allo sprint di GameStop.
Il neo segretario USA al tesoro, Janet Yellen, ha sottolineato: “Questa vicenda mostra come l’andamento della borsa non rifletta la situazione delle famiglie”, ossia l’economia reale. E la star dem Alexandria Ocasio-Cortez, sempre su Twitter: “È davvero notevole vedere dei finanzieri di Wall Street che hanno sempre trattato la nostra economia come un casinò lamentarsi di una bacheca online i cui utenti stanno anche loro trattando il mercato come un casinò”.