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Pensioni, Padoan: "Fatta cosa di sinistra, pensare di più ai giovani"

Economia
Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan (Getty)

Il ministro dell’Economia, intervistato da Repubblica: “La sostenibilità delle finanze pubbliche riguarda le generazioni future, per cui bisogna fare sempre di più”. Il suo bilancio di fine legislatura è positivo: “Ue riconosce molte cose buone fatte in questi anni”

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Sulle pensioni il governo ha fatto “una cosa di sinistra" perché "la sostenibilità delle finanze pubbliche riguarda le generazioni future, che oggi sono più deboli”. Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, in un'intervista a Repubblica, spiega che "essere di sinistra vuol dire cercare una crescita inclusiva e sostenibile, che sia condivisa con gli strati più deboli della società e duri nel tempo”. Un messaggio alla Cgil perché oltre alle pensioni, si occupi anche dei giovani. "Mi limito a dire che la voce di spesa pubblica per le pensioni è quella che più è aumentata negli ultimi anni, mentre altre voci sono scese", ha osservato Padoan, “le pensioni non sono quelle che hanno sofferto di più, per i giovani bisogna fare di più, sempre di più”.

L’intervista a Padoan

"C'è una legge, peraltro già applicata due volte, che prevede rialzi automatici dell'età legati alla speranza di vita", ha ricordato il ministro Padoan. “Il governo ha preso atto che si possono introdurre delle deroghe per lavori particolarmente gravosi. Modificheremo anche l'algoritmo che lega l'aspettativa di vita biologica e all’età pensionabile”. Padoan parla poi di trattativa "positiva" con i sindacati. "Ora si va in Parlamento visto che si tratta di emendamenti  alla legge di Bilancio". E, aggiunge, "mi rammarico che questa  soluzione sia stata accolta solo da due sindacati su tre ma la spesa  pensionistica è cruciale". Secondo il ministro dell’Economia, “rinunciare all'adeguamento dell'età alla speranza di vita avrebbe fatto saltare parametri che la Commissione europea ritiene fondamentali per il contenimento del debito”.

Bilancio positivo

In vista della fine della legislatura, il ministro trae un bilancio positivo nella sua intervista a Repubblica: "L'Italia è una buona piattaforma di lancio per una nuova stagione di riforme". Sistema bancario, debito, occupazione. Il nostro Paese si è lasciato alle spalle il peggio. Anche se, dalla scuola agli investimenti pubblici, resta molto da fare”. Sulle banche, poi, il ministro ha ribadito che le autorità di vigilanza hanno lavorato "in modo adeguato", mentre si sarebbe dovuta "perseguire la cattiva gestione di alcuni manager". Sul rischio di un assalto alla diligenza in Parlamento ha commentato: "È molto semplice: bisogna rispettare i saldi di finanza pubblica che sono nella nota di aggiornamento del Def approvati a maggioranza assoluta dal Parlamento”.

I rapporti con l’Ue

A proposito dei moniti provenienti da Bruxelles, Padoan minimizza e invita a essere ottimisti. "La lettera della Commissione riconosce le molte cose buone fatte dei governi di questi anni: le riforme, incluse quelle nel settore bancario, l'aumento della crescita potenziale, il miglioramento delle finanze pubbliche". Secondo Padoan, "a Bruxelles temono che i risultati del 2018 non siano conformi alle nostre aspettative ma la divergenza si basa su stime diverse della crescita reale e nominale e sulla stima del potenziale che è controversa. Così com'è la legge di Bilancio può conseguire i risultati che ci siamo imposti. Le istituzioni internazionali e i mercati continuano a guardarci con grande attenzione", assicura il ministro.

La vicenda della “talpa” al Mef

L’intervista al ministro arriva il giorno dopo che il Mef è stato coinvolto in un episodio controverso. Secondo i pm di Milano, una donna, accusata di corruzione, rivelazione di segreto d'ufficio e false attestazioni, potrebbe aver venduto segreti sulle normative fiscali e percepito un "doppio stipendio”: da un lato veniva pagata in modo lecito dallo Stato per la sua attività di consigliere del ministro dell'Economia e dall'altro continuava a ricevere bonifici ogni mese da Ernst&Young, società di consulenza fiscale e revisione contabile per cui aveva lavorato in passato. E per la quale avrebbe continuato a lavorare come presunta “talpa” fornendo informazioni riservate su leggi, in particolare la Tobin Tax, messe a punto a livello europeo.