Il primo è stato Giosuè Carducci nel 1906, l’ultimo Dario Fo nel 1997. In mezzo ci sono Grazia Deledda (1926), Luigi Pirandello (1934), Salvatore Quasimodo (1959) ed Eugenio Montale (1975): sei in tutto, cinque uomini e una donna
Dal 1901 a oggi, sono stati in tutto sei gli scrittori italiani che hanno vinto il Premio Nobel per la Letteratura: Giosuè Carducci (1906), Grazia Deledda (1926), Luigi Pirandello (1934), Salvatore Quasimodo (1959), Eugenio Montale (1975) e Dario Fo (1997). Cinque uomini e una sola donna, che si sono distinti nel panorama della letteratura mondiale (FOTO).
Giosuè Carducci (1906)
Giosuè Carducci ha ricevuto il Nobel direttamente a casa sua, nel 1906, l’anno prima della morte. Il poeta, gravemente infermo a Bologna, non poté recarsi a Stoccolma per la cerimonia ufficiale e così, mentre questa si svolgeva in Svezia e l'accademico Wirsen lo elogiava, il barone De Bildt, ministro svedese, consegnò a Carducci il Premio, con questa motivazione: “Non solo in riconoscimento dei suoi profondi insegnamenti e ricerche critiche, ma su tutto un tributo all’energia creativa, alla purezza dello stile e alla forza lirica che caratterizza il suo capolavoro di poetica”.
Grazia Deledda (1926)
Grazia Deledda, l’unica scrittrice italiana che si è aggiudicata il premio, ha vinto il Nobel nel 1926, “per la sua potenza di scrittrice, sostenuta da un alto ideale, che ritrae in forme plastiche la vita quale è nella sua appartata isola natale e che con profondità e con calore tratta problemi di generale interesse umano”. Il premio per la verità le fu consegnato l’anno dopo, nel 1927, perché proprio nel 1926 l’Accademia Svedese decise di non attribuire alcun Nobel per la Letteratura. La scrittrice sarda fu candidata per molti anni al Nobel, la prima volta nel 1913.
Luigi Pirandello (1934)
Nel 1934 Luigi Pirandello ha vinto il Nobel per la letteratura “per il suo coraggio e l’ingegnosa ripresentazione dell’arte drammatica e teatrale”. Lo scrittore siciliano, autore di celebri romanzi e opere teatrali, non pronunciò alcun discorso ufficiale dopo la consegna del premio. Una decisione singolare, che prima di allora non era mai avvenuta.
Salvatore Quasimodo (1959)
Salvatore Quasimodo ha vinto il prestigioso riconoscimento nel 1959. La motivazione? “Per la sua poetica lirica, che con ardente classicità esprime le tragiche esperienze della vita dei nostri tempi”. In realtà quell’anno il poeta italiano non risultava il favorito fra i membri del comitato Nobel. Tre dei quattro membri del Comitato, infatti, avevano scelto come vincitrice la scrittrice danese Karen Blixen mettendola in testa a una lista di 55 nomi. Ma l'ultimo membro, Eyvind Johnson, presentò un'obiezione particolare sostenendo che nel corso degli anni gli scrittori scandinavi erano stati premiati quattro volte in più rispetto a quelli di altri Paesi, fra cui l'Italia. Il premio venne così assegnato a Quasimodo.
Eugenio Montale (1975)
Eugenio Montale ha ricevuto il premio nel 1975 “per la sua poetica distinta che, con grande sensibilità artistica, ha interpretato i valori umani sotto il simbolo di una visione della vita priva di illusioni”. Negli anni Cinquanta e Sessanta, Montale, originario della Liguria, era considerato il più grande poeta italiano vivente, modello di cultura laica e liberale, tanto da ricevere diversi riconoscimenti, culminanti nel 1967 nella nomina a senatore a vita e nel 1975 nel premio Nobel per la Letteratura.
Dario Fo (1997)
Dario Fo lo ha invece vinto nel 1997, perché “seguendo la tradizione dei giullari medioevali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi”. È stato il primo attore al mondo a ricevere il prestigioso riconoscimento. Molte delle sue opere sono state concepite assieme alla moglie Franca Rame.