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Federbeton, tornano le giornate di "Porte Aperte" a settembre e ottobre

Cronaca

Si svolgerà tra settembre e ottobre e permetterà a cittadini, studenti e addetti ai lavori di visitare vari stabilimenti per sensibilizzare sul tema della decarbonizzazione

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Tornano le giornate di “Porte Aperte” promosse da Federbeton Confindustria, la Federazione che rappresenta la filiera del cemento e del calcestruzzo, per far conoscere alle comunità locali i materiali Made in Italy alla base delle costruzioni e l’impegno della filiera per la sostenibilità. 

Nei mesi di settembre e ottobre cittadini, studenti e addetti ai lavori potranno visitare oltre una decina di impianti produttivi in diverse regioni italiane in modo da scoprirne il funzionamento, le innovazioni e i prodotti.

"La filiera rappresentata da Federbeton produce materiali unici, fondamentali per lo sviluppo socioeconomico del Paese. Cemento e calcestruzzo sono da sempre protagonisti delle costruzioni in Italia e in tutto il mondo - commenta Stefano Gallini, presidente di Federbeton -. Organizzare una manifestazione come il Porte Aperte è per noi un’occasione fondamentale per raccontare il lavoro che ci permette di fornire materiali sempre più performanti e sostenibili, contribuendo al raggiungimento degli obbiettivi europei di carbon neutrality nel 2050".

Per Gallini, soprattutto, il Porte Aperte "vuole essere il momento per condividere con la comunità l’impegno per la decarbonizzazione, una sfida che presuppone il contributo di tutte le componenti sistema Paese. Il supporto della comunità locale è indispensabile per far sì che le azioni siano efficaci e che gli sforzi dell’industria si traducano in risultati concreti".

Cosa aspettarsi dal Porte Aperte

I visitatori potranno scoprire cosa si cela dietro il settore che, nell’ultimo triennio, ha investito 254 milioni di euro in tecnologie per la sostenibilità e la sicurezza. Secondo quanto emerge dall’ultimo Rapporto di Sostenibilità Federbeton infatti sono state evitate oltre 400 mila tonnellate di CO2 grazie all’utilizzo di combustibili alternativi nelle cementerie e 1,9 milioni di tonnellate di materiali alternativi utilizzati in sostituzione delle materie prime naturali per la produzione del cemento.

"Quella per la decarbonizzazione è una sfida che chiama in causa tecnologie e innovazioni, ma anche investimenti importanti. È fondamentale il ruolo delle istituzioni, a tutela e supporto del percorso intrapreso dalla filiera - aggiunge Gallini -. Esiste infatti il rischio concreto che le nostre imprese perdano competitività nei confronti di quelle dei Paesi extra UE. Le nostre aziende condividono gli obiettivi e le normative ambientali europee, ma rischiano di essere messe fuori mercato dalla concorrenza di quelle imprese che, trovandosi fuori dallo spazio europeo, non investono nella decarbonizzazione e hanno costi di produzione più bassi. Tutelare le imprese italiane significa garantire al Paese materiali affidabili e sostenibili, centrali per lo sviluppo infrastrutturale e la sicurezza dei cittadini".