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Caso Pozzolo, testimone: “L'arma era puntata verso di me”. Delmastro sentito dai pm

Cronaca
©Ansa

I magistrati della Procura di Biella hanno iniziato ad ascoltare le testimonianze di chi era presente alla serata di Capodanno a Rosazza, in cui l'elettricista Luca Campana è stato colpito da un proiettile partito da una pistola di proprietà del deputato di Fratelli d'Italia. Sentiti anche il sottosegretario alla Giustizia e la sorella Francesca Delmastro, sindaca del paesino della Valle Cervo. Si cerca ancora una ricostruzione definitiva su quanto è successo

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I pm che si occupano dell’inchiesta sul caso Pozzolo, avviata dopo la querela presentata dalla parte lesa, hanno iniziato ad ascoltare le testimonianze di chi era presente alla serata di Capodanno a Rosazza, in cui l'elettricista Luca Campana è stato colpito da un proiettile partito da una pistola di proprietà del deputato di Fratelli d'Italia, Emanuele Pozzolo. Nel pomeriggio, al Palazzo di Giustizia di Biella è arrivato per essere sentito anche il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro. Tra gli altri testimoni anche Davide Zappalà, esponente locale di Fratelli d'Italia e assessore ai lavori pubblici del Comune di Biella, e Francesca Delmastro, sorella del sottosegretario e sindaca del piccolo paese della Valle Cervo. "L'unica cosa che mi ricordo è che l'arma è stata tirata fuori dall'onorevole, la maneggiava lui", racconta da giorni Campana: "Gli ho chiesto perché mi avesse sparato, non mi ha mai risposto e non mi ha nemmeno chiesto scusa".

I dubbi da chiarire

Il sottosegretario Delmastro, di cui Pozzolo è uno dei fedelissimi, ha subito chiarito che al momento dello sparo era all'esterno dell'edificio e si stava accingendo a ripartire verso la sua abitazione, accompagnato dalla scorta. Che il colpo sia partito accidentalmente è un elemento su cui tutte le testimonianze concordano. Tutto da chiarire, al contrario, chi teneva in mano l'arma quando è stato esploso il proiettile. Pozzolo sostiene che non era lui, ma ci sono due dei partecipanti alla serata che hanno dichiarato agli investigatori esattamente l'opposto, cioè che era proprio il parlamentare, ora indagato per lesioni, accensioni pericolose e omessa custodia di arma, a maneggiare la pistola, un mini-revolver North American Arms Provo Ut, calibro 22, che deteneva regolarmente, con altre 5 armi.

Lo sparo 20 secondi dopo che Pozzolo ha estratto l'arma 

Meno di 20 secondi sono passati da quando la pistola è comparsa tra le mani del deputato Emanuele Pozzolo e il momento in cui l'arma ha fatto fuoco ferendo Campana, che si trovava nei paraggi. È quanto ha riferito all'ANSA uno dei partecipanti alla festa di Capodanno, che ha parlato anche con i Carabinieri. Finora le testimonianze raccolte dagli inquirenti avvalorano la tesi in base alla quale il proiettile è stato esploso accidentalmente mentre la pistola era in mano al parlamentare. "Stavo raccogliendo gli ultimi bicchieri dai tavoli e, di sfuggita, ho notato che quell'oggetto era rivolto proprio nella direzione in cui ci trovavamo io e Luca Campana. Non ho percepito con esattezza una sensazione di pericolo ma credo di avere pensato qualcosa come 'nel dubbio è meglio allontanarsi'. Poi ho sentito lo sparo. Ma non posso assolutamente dire con certezza che in quel preciso momento l'arma fosse impugnata proprio dall'onorevole Pozzolo", ha raccontato uno dei presenti alla festa. Dopo lo sparo la pistola è stata messa in sicurezza da uno degli agenti di polizia penitenziaria della scorta del sottosegretario Andrea Delmastro, mentre al ferito venivano prestati i primi soccorsi.

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Due testimoni accusano Pozzolo

Uno dei testimoni che accusano il parlamentare sarebbe lo stesso che ha già ricostruito la scena nei giorni scorsi parlando anche con alcuni giornalisti. "Ad un certo punto - aveva raccontato - Pozzolo ha tirato fuori una pistola per farla vedere in giro. Era piccola, sembrava un accendino, e la poteva tenere nel palmo di una mano. Non c'è stato nemmeno il tempo di chiedergli cosa stessa facendo e magari di mettere via l'arma, visto che nel locale c'erano anche dei bambini". La sua versione e quella, dello stesso segno, fornita dall'altro testimone sarebbero state raccolte quasi in simultanea da due diversi carabinieri e sarebbero quindi un elemento a favore dell'accusa. Le altre persone presenti nei locali della Pro loco la notte di Capodanno non avrebbero invece fornito, almeno per il momento, elementi utili a ricostruire l'episodio, perché non erano presenti nella sala o perché erano distratti. Ma tutti gli adulti presenti quella notte - c'erano 35 persone, tra cui alcuni bambini - dovrebbero essere ascoltati dagli investigatori in questi giorni. Molto probabile che Pozzolo sia interrogato soltanto quando arriveranno i risultati dello Stub, la perizia affidata ai carabinieri del Ris. Il test serve a cercare residui di polvere da sparo. Pozzolo si è sottoposto all'accertamento, rilievi sia sulle mani che sugli indumenti, solo circa 6 ore dopo lo sparo ma gli investigatori sono certi che il tempo trascorso non ha messo a rischio l'attendibilità del test.

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