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Come ribaltare il trend di denatalità in Italia: la proposta di Plasmon

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Nel 2021 le nascite si sono fermate a quota 400.249: i numeri sono scesi del 25% in 10 anni. Le motivazioni di chi sceglie di non avere figli sono soprattutto legate alle spese per mantenere i nuovi nati e alla paura di perdere il lavoro. Fondamentale quindi che istituzioni e aziende lavorino insieme per permettere agli italiani di decidere liberamente se metter su famiglia: è questa la filosofia del Progetto Adamo

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Nel 2021 in Italia le nascite sono state 400.249. Fa effetto il confronto con i numeri del passato, scesi del 25% in soli 10 anni. Fra la popolazione che non ha ancora figli, il 40,4% vorrebbe però averne almeno uno. Non si tratta quindi sempre di una scelta di vita del tutto libera: chi ha deciso di non diventare genitore lo ha fatto soprattutto per motivi legati ai costi che comporta avere una famiglia, alla paura di perdere il lavoro e alla carenza di servizi per le famiglie. Così la pensa il 53,5% degli italiani, come emerge dalla ricerca “Figli: una ricchezza onerosa” commissionata da Plasmon e condotta da Community Research & Analysis sotto la direzione di Daniele Marini (Università di Padova), su un campione rappresentativo della popolazione nazionale. E sempre da Plasmon arriva una proposta, elaborata in collaborazione con Fondazione per la Natalità, per invertire il trend negativo della natalità. Lo scorso 16 febbraio è stato presentato a Milano il Progetto Adamo, che ha l’obiettivo di costruire una piattaforma aperta per connettere i rappresentanti della sfera pubblica e di quella privata, così da agire concretamente con strumenti a supporto della genitorialità. 

Perché la natalità in Italia è così bassa

Analizzando nel dettaglio le ragioni di chi ha deciso di non mettere su famiglia, nel 69,2% dei casi la motivazione è legata al costo del mantenimento. Poca differenza con la paura di dover perdere il lavoro o comunque di avere conseguenze professionali negative (60,2%). La questione dei servizi è invece sentita come dirimente dal 55,1% di chi sceglie di non avere figli. Meno rilevanti, invece, la sfera personale (40,9%) e quella legata alla salute (36,4%). L’analisi indica poi che non sono solo gli italiani senza figli a volerne. Tra chi è già genitore (il 57,4%), almeno un terzo (34,3%) desidera altri bambini.

La Promessa di Adamo

All’evento di presentazione del piano Adamo hanno partecipato la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Eugenia Maria Roccella, e l’Assessora allo Sviluppo Economico e Politiche del Lavoro del Comune di Milano, Alessia Cappello. Il lancio del progetto è stato accompagnato dall’anteprima del cortometraggio “Adamo”, lavoro provocatorio che proietta lo spettatore nel 2050, con l’arrivo di Adamo, l’ultimo bambino nato in Italia. Il racconto è quello di un Paese in cui si percepisce che nel prossimo futuro la scelta di avere un figlio rischia di diventare ancor più complicata, quasi unica. Difficoltà che nel video viene raccontata attraverso la storia delle persone che sono toccate dalla vita del protagonista: i genitori, l’ostetrica, la maestra e molte altre figure che gli ruotano intorno.

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L’alleanza tra aziende e istituzioni

Per far sì che la vera Italia del 2050 sia diversa, sarà fondamentale “unire tutte le forze e fare in modo che aziende e istituzioni lavorino insieme”, dice Konstantinos Delialis, Managing Director Italia di Plasmon. Si punta quindi a valorizzare la genitorialità in azienda, in modo che sia “supportata sia a livello organizzativo sia economico, con l’obiettivo di poter garantire a tutti, qualora lo desiderino, la possibilità di diventare genitori”. La promessa di Adamo si propone di raccogliere proposte dal mondo del lavoro e analizzarle in occasione della prossima edizione degli Stati Generali della Natalità (in programma a maggio), per poi condividerle con la sfera pubblica. L’obiettivo è arrivare a una proposta di legge. Il progetto si pone peraltro in continuità alle iniziative già portate avanti da Plasmon a favore della genitorialità in azienda, come l’estensione del congedo di paternità a 60 giorni invece che a 10 giorni.

Roccella: “Stiamo lavorando a un importante piano per la maternità”

Anche secondo la ministra Roccella uno dei presupposti per invertire il trend di denatalità è intervenire in azienda: “Non si può pensare di contrastare la crisi demografica senza creare un ambiente lavorativo favorevole e accogliente per le donne”. Sul tavolo, continua Roccella, ci sono “misure di accompagnamento, una rete di servizi capillari, un welfare di prossimità che è anche un investimento sul futuro, un codice deontologico per le imprese”. Per farlo, servirà “un’alleanza vasta, che insieme alle istituzioni coinvolga aziende, enti locali, no profit, corpi intermedi”.

 

Per firmare la Promessa di Adamo

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