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Sedicenne uccisa a Bologna: l’amico indagato confessa: "Ho sentito una spinta superiore"

Cronaca
©Ansa

È stato fermato nella notte tra ieri e oggi, 29 giugno, il coetaneo di Chiara Gualzetti, la giovane trovata morta a Monteveglio, nel Bolognese, a poche centinaia di metri da casa. Per il ragazzo, interrogato dai carabinieri, l’ipotesi di accusa è quella di omicidio aggravato dalla premeditazione

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È stato fermato nella notte l'amico minorenne di Chiara Gualzetti, la ragazza uccisa a Monteveglio, nel Bolognese, a poche centinaia di metri da casa. Il giovane, anche lui 16enne come la vittima, è stato interrogato dai carabinieri, coordinati dalla Procura per i minorenni di Bologna, e ha confessato il delitto parlando di una “spinta superiore” che l’avrebbe portato a commettere l'omicidio. L’ipotesi di accusa formulata dalla Procura per i minorenni di Bologna è di omicidio aggravato dalla premeditazione e dal fatto che la vittima aveva meno di 18 anni. Gli inquirenti avrebbero elementi per pensare che il ragazzo avesse pianificato il delitto, dando appuntamento alla ragazza con l'intenzione di ucciderla e portando con sé un coltello che poi è stato ritrovato.

L'indagato portato in un centro di giustizia minorile

Il fermo del ragazzo è stato eseguito alle 4.30 dai carabinieri del nucleo operativo della Compagnia di Borgo Panigale e del nucleo investigativo del comando provinciale. A suo carico ci sarebbero diversi riscontri oggettivi, oltre alla confessione. Il movente è al vaglio degli inquirenti e su disposizione del pm della Procura per i minorenni Simone Purgato, il giovane è stato portato in un centro di giustizia minorile. Dall'interrogatorio del ragazzo sarebbe emerso che i due si conoscevano, si frequentavano da qualche tempo, ma non avevano una relazione sentimentale. Proprio il tipo di rapporto tra i due e gli scambi avuti negli ultimi giorni sono al vaglio degli inquirenti, i carabinieri e la Procura per i minorenni di Bologna. che stanno cercando di ricostruire un movente che al momento non è del tutto chiaro. Anche per questo si continuano a sentire altri ragazzi, non solo minorenni, della cerchia di amici, per approfondire ogni dettaglio.

"Ho sentito una spinta superiore"

Secondo quanto riferito da Ansa, il sedicenne nella sua confessione ha ricostruito in maniera lucida e precisa il delitto, ma sul movente ha dato più spiegazioni non comprensibili. Avrebbe detto di aver agito sulla base di una spinta superiore, una sorta di voce interiore che gli ha detto di uccidere. Poi avrebbe riferito che la ragazza gli aveva espresso il desiderio di morire. Inoltre ci sarebbe stato da parte di Chiara un interesse sentimentale nei suoi confronti, forse non corrisposto. Il racconto è al vaglio della Procura per i minorenni di Bologna, che sta valutando un accertamento psichiatrico. "Il mio assistito è molto scosso e si è messo a piena disposizione. Capiamo il dolore della famiglia. Che è il dolore di due famiglie", ha detto l'avvocato difensore di fiducia del ragazzo. Ora si attende la fissazione dell'udienza davanti al Gip del tribunale per i minorenni di Bologna per la convalida del fermo.

Il padre della vittima in lacrime: non mi do pace

Vincenzo Gualzetti, il papà di Chiara, è uscito in lacrime, sconvolto, e ha scambiato qualche parola coi tanti cronisti assiepati davanti all'abitazione. "Voglio solo ringraziare tutti quelli che hanno collaborato". Poi si chiude nel silenzio. La famiglia fa sapere che organizzerà una fiaccolata per ricordare Chiara. Sul profilo Facebook di Vincenzo e Giusi, i genitori di Chiara Gualzetti, si legge un messaggio: "Poche parole per esprimere tutta la mia gratitudine alle forze dell'ordine, alla Protezione civile e a tutti quelli che hanno partecipato sia materialmente che moralmente. GRAZIE".

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