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N.E.R.D. Non è roba per donne: parliamo di fisica

Cronaca

di Monica Peruzzi

©Getty

La seconda puntata di N.E.R.D. Non è roba per donne, si occupa dei pregiudizi che per secoli hanno impedito alle donne l'ingresso nel mondo della fisica, considerata uno "svago" per gli uomini. Oggi le cose stanno cambiando, ma ancora solo il 30% delle studentesse sceglie questo percorso. 

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Un paio di anni fa un ricercatore italiano del Cern, Alessandro Strumia dichiarò: "la fisica è stata fatta e inventata dagli uomini, non si entra su invito". Venne accusato  di sessismo e l'Organizzazione Europea per la Ricerca Nucleare, guidata da Fabiola Gianotti, troncò i rapporti con il ricercatore.

 

Che cosa aveva sostenuto Strumia? Grafici alla mano, aveva sostenuto che non è vero che le donne siano discriminate in fisica, quanto piuttosto il contrario.

Cosa ci dicono i numeri?

La percentuale di studentesse in fisica è del 30%. (Fonte: Almalaurea)

Ma il collo di bottiglia si ha fra la laurea e l’ingresso nel mondo del lavoro. Nel livello di entrata le donne sono tra il 20 e il 40%, a livello apicale sotto il 20%, nel livello top l’11%”.  (Fonte: Gender Equality Network in the European Research Area)

 

Due stereotipi di genere

Alla base del collo di bottiglia, ci sono due stereotipi di genere:

 

- il pregiudizio più generale sulle donne, che deriva dal "dualismo aristotelico", basato sull'idea del filosofo greco che il valore o la valenza di un essere umano - la sua virtù - fosse qualcosa di acquisito nel crescere. vano e crescere, come le donne oo gli schiavi, non potevano acquisire tale virtù, non avevano motivo di esigere lo stesso rispetto o il riconoscimento di coloro che l’vevano acquisita.

- E quello rispetto alla scienza, associata alla razionalità maschile, contro una conoscenza femminile considerata più  emozionale.

 

La fisica, uno "svago per gli uomini"

La dottoressa Grabriella Greyson, fisica e divulgatrice scientifica, attraverso i suoi libri e i suoi spettacoli teatrali racconta un’altra storia: la fisica e le donne che l’hanno resa grande.

 

"La fisica fino all'altroieri, fino al ventesimo secolo era considerato uno 'svago per gli uomini'. Gli svaghi per le donne erano altri, erano curare i malati, stare a casa, adare alla famiglia e ai figli. E invece la fisica era lo svago per gli uomini. Ecco, questa cosa non ha permesso alle donne di lavorare o di realizzarsi in quello in cui volevano realizzarsi. E dunque per questo i Nobel in fisica alle donne si contano sulle dita di una mano".

 

Ci fa un esempio di come il pregiudizio abbia inciso?

"La prima moglie di Albert Einstein, Mileva Maric, ha avuto un terreno irto di ostacoli. Figuriamoci poi quando è rimasta incinta di un uomo che non era neanch suo marito all'inizio. Immaginate come la comunità scientifica aveva preso questa cosa? Le ha impedito in tutte le maniere di proseguire il suo percorso di studi al Politecnico di Zurigo. Una delle battaglie che sto portando avanti è proprio questa, una laurea postuma a MIleva Maric infatti." 

 

Oggi, però, si può fare. E allora cosa fare da domani?

Quello che possiamo fare da domani è condividere le situazioni di disagio, le situazioni di maschilismo, anche mascherate che si vivono. Perché oggi, anche grazie ai social, c'è la condivisione. E noi stiamo creando un mondo completamente diverso".