Domenica 31 maggio è andato in onda su Sky TG24 lo speciale dedicato alla cultura. Obiettivo: raccontare la vita dei protagonisti del mondo culturale, dalle maestranze dei teatri agli editor ai traduttori e a tutti quei lavoratori che la crisi indotta dal Covid ha messo in ginocchio. E cercare di capire da dove bisogna ripartire
Cos’è la cultura? Intanto chiariamo dove si trova. La cultura è molto spesso nascosta dietro vestiti che a volte non riconosciamo come suoi: dalla gastronomia al turismo, dalle fiere di settore agli asili nido. E’ impalpabile, ma sempre presente. Ogni giorno incrociamo la sua strada senza rendercene conto e interagiamo con lei. Quando andiamo al cinema, quando entriamo in un luogo di culto, quando accompagniamo i nostri figli a scuola non facciamo altro che alimentare l’industria culturale del paese. Una delle frasi che sentiamo più spesso ripetere, e della quale ormai nessuno vuole più riconoscere la paternità, dice che “Con la cultura non si mangia”.
“La forma della cultura”, lo speciale
Con lo speciale “La forma della cultura” (guarda qui la prima e la seconda parte) noi vorremmo dimostrare che non solo questo concetto è sbagliato, ma che - anzi - è vero il suo contrario. L'industria culturale italiana dà, letteralmente, da mangiare a diversi milioni di persone e vale, compreso l’indotto, alcune centinaia di milioni di euro.
Vi racconteremo la vita dei protagonisti del mondo culturale: dalle maestranze dei teatri, agli editor, ai traduttori, e a tutti quei lavoratori che la crisi indotta dal Covid ha messo in ginocchio. E cercheremo di capire da dove bisogna ripartire, di quali e quanti investimenti ha bisogno il comparto per restituire dignità e visibilità al settore che, come è evidente dalle date di riapertura, ha sofferto di più e più a lungo.
Faremo fotografie della situazione, andremo nei musei, nei posti di lavoro e nelle case.
Gli ospiti: Sergio Escobar, Paolo Fresu e Davide Brullo
Con Marco Congiu ne hanno parlato Sergio Escobar, direttore del Piccolo teatro di Milano, il musicista Paolo Fresu e lo scrittore Davide Brullo.
Lo speciale La forma della Cultura, nelle nostre intenzioni, vuole essere solo il primo di una piccola campagna di sostegno che ragioni su cause e possibilità e che spazi - per quanto possibile - da un settore all’altro in maniera ragionata.
E vorremmo anche smentire un altro luogo comune: gli italiani spendono (e tanto) per la cultura. La spesa media è (era, prima del Covid) di 127 euro al mese a famiglia. In un paese in cui, secondo il Sole 24 Ore, la paga media è di 11,25 euro all’ora, è una cifra di tutto rispetto.
Per questo è assolutamente necessario ripartire subito, con criterio ma con determinazione. Più di altri settori, la cultura necessita di investimenti continui, per mantenere fisicamente in ordine e attrattivi ed innovare i poli museali, ad esempio, oppure per sostenere, all’interno delle regole del mercato, gli artisti. In Francia esiste una sorta di reddito di cittadinanza per gli artisti, che permette loro di sopravvivere e concentrarsi esclusivamente su quello che è, a tutti gli effetti, un mestiere. È davvero impossibile pensare a un provvedimento simile in Italia?
Affronteremo questi e molti altri temi per cercare di dimostrare che sì, in effetti con la cultura si mangia.