La decisione del sostituto procuratore della Repubblica di Ancona sull'alluvione Tra gli indagati anche l'attuale sindaco Mangialardi e il suo predecessore Luana Angeloni. Procura: gravi carenze causarono tre vittime e milioni di danni
Il sostituto procuratore della Repubblica di Ancona, Irene Bilotta, ha chiuso l’inchiesta sull’alluvione che il 3 maggio 2014 causò tre vittime e milioni di danni a Senigallia. Bilotta ha delegato i Carabinieri forestali di notificare undici avvisi di garanzia agli indagati, fra cui l'attuale sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi e il suo predecessore Luana Angeloni.
Le motivazioni
Secondo Bilotta, a Senigallia si sono sommati un Piano comunale di protezione civile “inapplicabile”, “gravi ritardi” nella gestione dell'emergenza, la “totale inadeguatezza delle attività di vigilanza idraulica e servizio di piena in prossimità degli argini del fiume Misa” e l’inadeguatezza anche del Piano provinciale di emergenza per i servizio di piena. Tutte queste condotte “hanno avuto una determinante rilevanza causale in relazione al decesso di tre persone e agli oltre 100 milioni di euro di danni subiti dalla popolazione di Senigallia”.
Indagini chiuse
Pochi giorni fa si era avuta notizia di una richiesta di proroga delle indagini, che ora, a quanto si apprende da un comunicato dei carabinieri forestali firmato dalla Bilotta, vengono dichiarate chiuse.