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'Ndrangheta in Lombardia, 13 anni a Zambetti per voto di scambio

Cronaca

L'ex assessore del Pdl, nelle elezioni regionali del 2010, avrebbe comprato 4mila voti in cambio di 200mila euro. Condannato a 16 anni il referente delle cosche, Eugenio Costantino. Assolto l'ex sindaco di Sedriano

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Domenico Zambetti, ex assessore del Pdl alla Casa in Regione Lombardia, è stato condannato in primo grado dal tribunale di Milano a 13 anni e sei mesi. Le accuse sono quelle di voto di scambio, concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione aggravata dall’aver agevolato la ‘ndrangheta. Inoltre, per Zambetti, è stata dichiarata l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e la libertà vigilata per tre anni che verrà applicata una volta espiata la condanna.

 

Le altre condanne - Insieme a Zambetti, che era stato arrestato nel 2012, è stato condannato anche Eugenio Costantino - a 16 anni - ritenuto uno dei due “ambasciatori” (insieme a Pino D'Agostino, già condannato) delle cosche Di Grillo-Mancuso e Morabito-Bruzzantini.  Condannati anche Ciro Simonte, a 11 anni, e Ambrogio Crespi che dovrà scontare 12 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Crespi, è il fratello di Luigi, l’ex sondaggista di Berlusconi.

 

Il "mercato dei voti" tra politici e cosche - Un vero e proprio “mercato dei voti”, quello in cui era coinvolto Zambetti. Per i giudici, i clan concordarono con il politico un investimento pari a quattromila voti per un valore di 200mila euro da pagare in diverse tranches. A supporto di questa tesi, ci sono le riprese delle telecamere che, nel marzo del 2010, mostrano il referente della ‘ndrangheta Costantino all’uscita del centro culturale dell’assessore con 30mila euro appena intascati, in cambio di voti.  

 

"La mafia non esiste" - Costantino sostiene però di essere estraneo alla vicenda: “Non ho proprio un’idea di cosa sia la mafia, secondo me non esiste, proprio non esiste. Se io sono uno ’ndranghetista, allora la mafia non esiste, è tutta un’invenzione”, ha detto. Anche Zambetti ha sostenuto di non essere al corrente di quanto stesse succedendo e di aver usato i soldi pensando che si trattasse di rimborsi spese e attività elettorali. Poi, secondo la sua versione, avrebbe iniziato a ricevere delle minacce dagli ‘ndranghetisti in modo che rispettasse l’accordo dei voti di scambio.

 

Assolti Scalambra e Celeste - Sono stati invece assolti il medico Marco Scalambra e l’ex sindaco di Sedriano — il primo Comune sciolto per mafia nel milanese - Alfredo Celeste. Si riteneva che Scalambra avesse raccolto voti in favore di Celeste nel 2009, ma l’accusa di corruzione è caduta “perché il fatto non sussiste”. Per i due, però, è stata disposta la trasmissione degli atti alla Procura, per via dell’appalto per il verde a Sedriano. Così come saranno trasmessi gli atti anche per Vincenzo Giudice, ex presidente del consiglio comunale di Milano all'epoca di Letizia Moratti e intercettato nell'ambito dell'inchiesta.