Il sindaco di Roma smentisce qualsiasi trattativa con la procura. Intanto Luigi Di Maio risponde sul blog di Grillo a un articolo del Corriere della Sera in cui si parla di altri due incontri con l'ex capo del personale del Campidoglio
“L'unica volta che ho incontrato Marra l'ho fatto nel mio ufficio della Camera in totale trasparenza (l'incontro è stato regolarmente registrato) e non avendo nulla da nascondere sono stato io stesso a darne notizia oltre un mese fa, raccontandone anche i contenuti”. Lo scrive Luigi Di Maio, deputato del M5S e vicepresidente della Camera, in un post sul blog di Beppe Grillo. Le poche righe sono una risposta all’articolo del Corriere della Sera che parla di altri due incontri tra lui e Raffaele Marra. Mentre Alessandro Mancori, legale di Virginia Raggi, ha smentito qualsiasi trattativa con la procura ma non ha escluso l'ipotesi patteggiamento.
Di Maio minaccia querele - “A parte questo incontro non ci ho mai parlato, non ho autorizzato nulla, tantomeno atti da spedire ad Anac. Chiunque dovesse dire il contrario verrà querelato”, si legge ancora nel post. Nell'articolo del quotidiano di via Solferino a cui fa riferimento il vicepresidente della Camera, si afferma che la scelta dell’estate scorsa di trasmettere all'Anac tutte le delibere “fu condivisa da Di Maio” e che “a parlarne con il deputato all’epoca componente del ‘direttorio’ sarebbe stata non solo la Raggi, ma anche lo stesso Marra”. Dalle chat al centro delle indagini del Pm, secondo il Corriere, risulterebbe “traccia di almeno altri due incontri (uno ad agosto)” tra Di Maio e Marra e “soprattutto delle consultazioni con Di Maio per la scelta di tutti gli incarichi, compreso quello di Marra a vicecapo di gabinetto. Sul quale il parlamentare avrebbe dato via libera”.
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Il caso Marra - Nell'inchiesta relativa alla nomina (poi revocata) a capo del Dipartimento turismo del Campidoglio di Renato Marra, fratello di Raffaele, risulta indagata anche la sindaca Virginia Raggi. Le ipotesi di reato sono abuso d’ufficio e falso in bilancio. Anche Raffaele Marra, ex capo del personale del Comune di Roma e ora detenuto nel carcere di Regina Coeli per corruzione (avrebbe messo “a disposizione” la sua funzione in Campidoglio in cambio di un appartamento dal costruttore Sergio Scarpellini), risulta indagato in concorso per abuso d’ufficio nell’inchiesta sulla nomina del fratello. Raggi, secondo l'accusa, è indagata per falso in quanto avrebbe detto al responsabile anticorruzione del Comune, Mariarosa Turchi, che per la nomina avrebbe agito in autonomia (mentre dalle chat risulterebbe che si era confrontata con Raffaele Marra). L'abuso d'ufficio è contestato per non aver fatto una comparazione dei curricula e non aver impedito a Raffaele Marra di partecipare alle procedure di nomina del fratello, circostanza che è costata all'ex capo del personale la stessa accusa (avrebbe dovuto astenersi per il conflitto di interessi). Raggi avrebbe dichiarato il falso, proprio per negare il secondo abuso.
Gli interrogatori - Il 30 gennaio ci sarà l’interrogatorio della sindaca. “Di fronte al rischio di una condanna superiore ai tre anni – scrive ancora il Corriere –, Virginia Raggi sta valutando la possibilità del patteggiamento”. In questo modo, non sarebbero depositate le carte processuali e neppure le ormai famose chat tra la sindaca a ei suoi collaboratori. Quelle in cui, ad esempio, ci sarebbe traccia dei presunti incontri tra Marra e Di Maio. L'ipotesi della trattativa con i giudici per un patteggiamento, però, è stata smentita dalla stessa Raggi sempre con un post sul blog di Grillo: "Dopo le false ricostruzioni di telefonate tra me e Beppe Grillo (ovviamente smentite), viene persino inventata una fantomatica 'trattativa' in corso con la Procura di Roma. Mi spiace per chi inventa, ma quanto ho da dire lo dirò, come è corretto che sia, ai magistrati; il resto sono 'fantasie' anche molto pesanti che, a questo punto, saranno valutate dai magistrati".
Per la sindaca, in caso di condanna per abuso d’ufficio, potrebbe esserci la sospensione dalla carica in base alla legge Severino. Anche Raffaele Marra dovrà essere interrogato nei prossimi giorni e le sue dichiarazioni potrebbero influire sul destino di Virginia Raggi.
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