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Maltempo, allarme Coldiretti: prezzi degli ortaggi rincarano del 200%

Cronaca
Immagine d'archivio di un campo di cavoli innevato (Getty Images)

L'organizzazione degli imprenditori agricoli: attenzione alle speculazioni. A causa del freddo intenso che ha colpito il Mezzogiorno, si registrano aumenti record 

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Il gelo non dà tregua, e gli effetti negativi della neve caduta soprattutto al Sud potrebbero presto arrivare sulle tavole degli italiani, sotto forma di rincari, con il prezzo degli ortaggi che aumenterà in media del 200 per cento dal campo alla tavola.
 


Ortaggi invernali persi poco prima della raccolta – A lanciare l'allarme sulle possibili speculazioni è la Coldiretti, che nei giorni scorsi aveva già sottolineato i danni rilevanti al settore dovuti all'ondata di freddo. Le regioni più colpite sono quelle del Mezzogiorno e le zone terremotate del centro Italia, da cui provengono gran parte delle produzioni orticole poi destinate ai banchi dei mercati e agli scaffali dei supermercati. In Puglia, Basilicata, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Calabria e Sicilia sono decine di migliaia le aziende agricole che hanno perso le produzioni di verdure invernali prossime alla raccolta: carciofi, rape, cavolfiori e cicorie, finocchi e scarole, a causa del gelo che ha bruciato le piantine. A subire gravi i danni sono stati però anche gli agrumeti e i vigneti di uva da tavola, crollati sotto il peso della neve.

 

Una breve tregua – La situazione peggiore si registra in Puglia, dove la breve tregua di lunedì ha consentito ai soccorritori di raggiungere alcune delle numerose masserie rimaste isolate e liberare le strade della regione rese impraticabili dal ghiaccio. Ingenti i danni al settore zootecnico e agricolo, tanto che il presidente della Regione, Michele Emiliano, ha annunciato che sarà chiesto lo stato di emergenza.



Volano bietole, spinaci e lattuga – A livello nazionale, secondo le rilevazioni, gli aumenti di prezzo più pesanti rispetto alla stessa settimana dello scorso anno sono quelli delle bietole (+350 per cento), dei cipollotti (+233 per cento), e degli spinaci (+225). Da segnalare anche il 170 per cento in più per la lattuga, il 157 per le zucche e il 150 per i cavoli.



Rincari non giustificabili – Alcuni prodotti, come mele, pere e kiwi, però, "sono già raccolti da tempo – avverte Coldiretti – e non sono dunque giustificabili eventuali rincari". Occorre inoltre "evitare che vengano spacciati prodotti stranieri come nazionali per giustificare aumenti non dovuti", aggiunge l'associazione, che suggerisce di consultare il suo vademecum per l'acquisto di frutta e verdura.