Molte centrali elettriche a carbone non sono redditizie in tutto il mondo. Anche se il prezzo del combustibile fossile è in lieve flessione negli ultimi mesi, le fonti rinnovabili sono disponibili a costi sempre più convenienti
E’ un dato molto importante e rientra nel processo di decarbonizzazione in atto nel mondo. La produzione di energia dipende sempre più da fonti rinnovabili oggi disponibili a costi più convenienti a fronte di un aumento generale di quelli del carbonio e ciò ha reso meno redditizie le centrali a carbone, che incidono pesantemente sulle emissioni di CO2.
A livello internazionale è la Cina il paese con il numero maggiore di centrali a carbone e si porta dietro il triste primato di emettere più gas a effetto serra nel mondo. In controtendenza Stati Uniti ed Europa. Qui il processo di conversione del sistema energetico porterà molti paesi all’abbandono del carbone entro il 2025: la Francia nel 2022, la Slovacchia e il Portogallo nel 2023, il Regno Unito nel 2024, l’Irlanda e l’Italia nel 2025.
Il declino del carbone
Il Global Energy Monitor ha dichiarato che il declino globale è dovuto sia allo shock economico della pandemia che alla chiusura record nell'Unione Europea dopo un aumento del prezzo del carbonio e un inasprimento della regolamentazione dell'inquinamento. Ciò ha ridotto l’uso del carbone di circa il 3% l'anno scorso e ha portato molti paesi a rivalutare i loro piani energetici alla luce delle prove che l'energia pulita era ora l'opzione più economica in molti luoghi.