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Le regole per educare il cane alla gentilezza

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Occorre lavorare sui giusti comportamenti del cane fin da quando è cucciolo (Getty Images)

Che sia per una passeggiata, per ottenere attenzione o per giocare in casa, anche gli amici a quattro zampe possono essere incoraggiati a comportarsi nel modo migliore. Ecco alcuni consigli per istruirli  

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La gentilezza non è solo una prerogativa degli umani. Può riguardare anche gli animali da compagnia, come ha spiegato in vista della Giornata Mondiale della Gentilezza, che si celebra mercoledì 13 novembre, Mauro Ottolini, educatore cinofilo di "Ca' Zampa". Ecco come incoraggiare questo atteggiamento ad esempio anche nel comportamento dei cani.

Si inizia da cuccioli

Per educare il proprio compagno a quattro zampe alla gentilezza si deve iniziare sin da piccoli. "Occorre fargli eseguire sin da cucciolo alcune pratiche che gli permetteranno di memorizzare anche in età adulta i comportamenti più importanti", spiega Ottolini, interpellato dall'agenzia AGI. È bene tenere a mente che nessun cane nasce aggressivo, ma che "questa attitudine, così come la gentilezza, si sviluppa in base a come viene abituato e trattato dal secondo al settimo mese di vita", aggiunge il portavoce del primo Gruppo in Italia di Centri che offrono servizi veterinari, di toelettatura, educazione, fisioterapia e parafarmacia per animali domestici.

Gli esercizi e le abitudini

Educare un cucciolo di cane alla gentilezza richiede lo svolgimento di alcuni esercizi e l'acquisizione di determinate abitudini. Per esempio, una volta messo un croccantino a terra, il cane dovrà imparare a non mangiarlo subito, ma ad attendere il comando gestuale o verbale che gli comunica il via libera. In questo caso dovrà aspettare restando seduto o a terra, "allenandosi" all'attesa senza lamentele.

Gentilezza al guinzaglio

Un cane al guinzaglio può diventare molto faticoso da gestire, ma educarlo a un comportamento più composto è possibile. Anche in questo caso i giusti atteggiamenti "Anche questi dovranno essere insegnati sempre con un criterio di massima relazione con il cane, per non arrivare mai al conflitto", sottolinea Ottolini. Poi ci sono gli esercizi da svolgere con la bocca, che riguardano lo scambio di ciò che il cane ha tra i denti o con qualcosa di pari importanza o con un gustoso croccantino. Ciò porterà l'animale a imparare a non reagire con violenza quando gli viene tolto qualcosa dalla bocca. Anzi, la lascerà cadere all'opportuno comando, in attesa di una "ricompensa".

Le richieste del cane

Anche chiedere di uscire deve diventare un atto fatto con i dovuti modi: "Se vuole uscire o ha fame deve rivolgersi in maniera gentile, ad esempio alzando una zampa, sedendosi o scuotendo la testa per esprimersi, anziché mordere il pantalone, abbaiare o correre agitato per casa". Per far questo, bisogna agire sul suo comportamento con esercizi che stimolano l'attenzione da fermo: il cane guarda il padrone con calma, in attesa che lui faccia qualcosa. Poi c'è il lavoro da fare sull'attenzione in movimento, che permette al cane di concentrarsi su ciò che gli viene chiesto senza farsi sopraffare dalla frenesia. Solo quando l'animale si sarà calmato, otterrà la ricompensa. In tutto il percorso educativo il meccanismo del premio è fondamentale, sia esso cibo o un semplice "bravo".

Il contatto con gli altri cani

Educare il cane alla gentilezza significa anche permettergli di familiarizzare con l'idea che non è l'unico animale o essere vivente al mondo. Infatti, un cane abbaia se scorge persone o animali sconosciuti se è abituato a stare sempre solo. Si sentirà invaso nel suo territorio e quindi si farà sentire. Se dal secondo mese di vita il cane viene abituato a uscire e a incontrare altre persone o cani, l'animale non manifesterà aggressività verso gli sconosciuti, assumendo un comportamento gentile ovunque si trovi.