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Mobilità sostenibile: in Italia 1700 colonnine di ricarica elettrica

Ambiente
Un'auto elettrica attaccata alla colonnina di rifornimento (Getty Images)

Lo rivelano i dati del ministero delle Infrastrutture ricavati da un censimento del gennaio 2016. Firenze è la città campione con 250 punti di rifornimento

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L'Italia rivela i numeri del suo impegno a favore della mobilità sostenibile. Secondo alcuni dati forniti dal ministero delle Infrastrutture, nel nostro paese sono attualmente installate 1700 colonnine per la ricarica elettrica delle autovetture "green".

 

La mappa – I dati, ricavati da un censimento del gennaio 2016 fatto con utilities, case automobilistiche, costruttori di colonnine, sono contenuti in un testo depositato in Commissione Ambiente alla Camera in risposta ad un'interrogazione sulla mobilità sostenibile rivolta al governo da Ermete Realacci. Stando alla mappatura fornita sui 1700 punti, divisi tra quelli di "ricarica" pubblici e altri di "tipo lento-accelerato" verranno aggiunti, nel corso del 2017 altre 700 colonnine di ricarica. Tra le città più servite spicca Firenze in cui sono presenti circa 250 punti di ricarica, seguita da Roma, con 200 colonnine e Milano che, compreso l'hinterland, ne ha 120. Osservando le caratteristiche tecniche di ogni mini-stazione si scopre che i punti di ricarica veloce sono 10, mentre sono 300 le colonnine pubbliche di tipo "lento" utilizzate per il rifornimento dei soli veicoli leggeri. Inoltre ci sono 48 punti di ricarica Tesla, azienda leader nel settore della mobilità elettrica. Il documento non tiene conto degli allacci elettrici destinati a uso esclusivamente privato, ma riporta i punti di ricarica installati in aree private che hanno accesso aperto al pubblico: in Italia, i punti esclusivamente privati sarebbero circa duemila.

 

Gravi ritardi – In un post pubblicato sulla sua pagina personale, il presidente della Commissione Ambiente alla Camera dei Deputati Ermete Realacci ha sostentuto che "il ministero delle Infrastrutture ha confermato in risposta alla mia interrogazione in Commissione Ambiente il grave ritardo nella distribuzione delle risorse stanziate dallo Stato per lo sviluppo della mobilità elettrica”. Realacci ha anche criticato il ritardo degli stanziamenti a favore della realizzazione di nuovi punti di ricarica sostenendo che "ammontano a poco più di 3,5 milioni di euro. Molto meno del 10% dei 50 milioni stanziati tra il 2013 e il 2015. Ancora meno le risorse erogate".

 

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