Il regista radicale e antimilitarista morto in Svizzera
Fu oggetto di una Retrospettiva personale già nel 1975 l'opera di Daniele Huillet (scomparsa nel 2006) e di Jean-Marie Straub, scomparso il 19 novembre in Svizzera a 89 anni a Rolle. Il regista, sceneggiatore e produttore francese è stato protagonista con la sua compagna - come ricorda oggi la Biennale di Venezia - di uno straordinario percorso sperimentale nel cinema del Novecento, realizzato attraverso un'originale rilettura filmica di opere letterarie, teatrali, musicali e pittoriche, tradotte in forme di rottura delle convenzioni. Il presidente, il direttore della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, il consiglio di amministrazione e la Biennale di Venezia tutta ricordano con stima e affetto Straub.
Impegnato, anticoformista, intransigente, marxista, radicale, antimilitarista Jean-Marie Straub aveva iniziato come assistente di grandi cineasti come Jean Renoir, Abel Gance, Jacques Rivette o Robert Bresson, diventando poi parte della Nouvelle Vage con Rivette, Truffaut e Jean-Luc Godard (di cui è stato per decenni vicino di casa a Rolle).
La coppia Huillet-Straub, insieme dal 1954, era fuggita dalla Francia durante la guerra d'Algeria per trovare rifugio in Germania. Il loro capolavoro Dalla nube alla resistenza, apologo contro la tirannia tratto da Cesare Pavese, fu presentato alla Mostra del cinema di Venezia del 1979 nella sezione La Notte di Officina. Il film Quei loro incontri, in concorso alla Mostra del 2006, ottenne il Leone speciale per l'innovazione del linguaggio cinematografico. Parteciparono inoltre, con un cortometraggio, al progetto speciale Venezia 70. Future Reloaded della 70a edizione della Mostra. (ANSA).