Comitato, decisioni o perdita economica e dei posti di lavoro
(ANSA) - VENEZIA, 13 NOV - "Siamo con le spalle al muro, siamo pronti a tutto". Così Vladimiro Tommasini, presidente del Comitato Venezia Lavora, che conta 500 iscritti, lavoratori provenienti dalle molteplici attività legate all'ambito portuale ed al suo indotto, al mondo della crocieristica a Venezia: portabagagli, ormeggiatori, vetrerie, tassisti, gondolieri.
Se non arriveranno risposte e sostegni agli oltre 1700 lavoratori, Tommasini ipotizza di mettere in atto azioni che creeranno "un problema di ordine pubblico. Non siamo abituati a questo, abbiamo sempre lavorato - dice -. Però se siamo messi nelle condizioni di farlo, siamo pronti ad agire". Il problema, ricordano Tommasini e il vicepresidente del comitato, Marco Gorin, non riguarda solo la pandemia ma l'annoso e insoluto problema del passaggio delle grandi navi a Venezia. "Il comparto crocieristico - rileva Tommasini - da un anno non lavora. Non abbiamo prospettive, non sappiamo quando riprenderemo, rispetto ad altri porti in Italia abbiamo un problema nel problema. Per 8 anni abbiamo dato fiducia ai politici, abbiamo creato il comitato perché non siamo più disposti a darla". Tommasini riosserva che c'è anche la questione del "costo delle concessioni portuali che continuano ad andare avanti: abbiamo chiesto di fare delle proroghe e che vengano annullati".
"In questo anno - aggiunge Gorin - siamo partiti con la disastrosa acqua granda e abbiamo proseguito con il Covid.
Avevamo speranza che ad agosto o settembre qualcosa si muovesse, poi l'illusione è svanita quando abbiamo visto le navi salpare per il porto di Trieste. Vogliamo che dalla politica locale e nazionale vengano prese decisioni. In caso contrario, perdita economica e dei posti di lavoro. Ci sono lavoratori che da aprile non hanno cassa integrazione, spiegano dal comitato, né sostegni economici. Non possiamo permettere più a nessuno di prenderci in giro". (ANSA).