'Attrice' in Molecole, "senza turisti abbiamo rivisto l'unicità"
(ANSA) - VENEZIA, 29 AGO - Un remo solca l'acqua della laguna in un silenzio irreale, rotto da voci che sembrano arrivare da calli vuote, da rive restituite al solo volo dei gabbiani. E' quello della barca di Elena "Nena" Almansi, 24 anni, uno dei volti di "Molecole" di Andrea Segre, il documentario che sarà protagonista l'1 settembre della pre-apertura della 77/a Mostra del Cinema di Venezia.
Immagini raccolte spesso senza che gli stessi intervistati se ne accorgessero, che rappresentano una sorta di serendipity: Segre voleva documentare la Venezia ferita dal turismo e dall'acqua alta di novembre e si è trovato improvvisamente a raccontare l'imponderabile, la città sprofondata nel lockdown.
"Durante i primi giri in barca - racconta Almansi, campionessa del remo e figlia di vogatori - mi riprendeva facendomi domande sul turismo, su come lo vivesse un veneziano, sui danni causati dall''acqua granda'". Poi è il destino della città e dell'Italia alle prese con il Covid a rimescolare il copione. Prima lo spegnersi tra le polemiche del Carnevale, quindi la laguna che diventa off-limit. Da viaggio nei ricordi e della riappropriazione delle radici familiari, "Molecole" diviene tra febbraio e aprile il diario per immagini di una città che si arrocca, acquista il profilo di un'isola immobile inaccessibile ai 'foresti'.
Eppure di quei giorni silenziosi, di quei giri in barca quasi quotidiani con Segre, con il remo a governare le onde del canale della Giudecca tra una chiacchiera e l'altra, degli spritz consumati con calma nei bar, "Nena" non ha un ricordo negativo.
Anzi. "Non ho visto una brutta città, non mi ha fatto impressione - spiega -. Tutti mi parlavano di una Venezia spettrale, io invece per la prima volta ho visto quanto è unica". La lontananza dei turisti ha restituito al centro storico lagunare la sua essenza di pura bellezza. Sfrondata dal ciabattare dei visitatori si trasforma "nella città che viveva prima di me - osserva - e che vivrà anche dopo me. Ho il privilegio di esserci dentro, di vedere ciò che non morirà mai".
(ANSA).