Documento del 1323 scoperto da ricercatore Università di Venezia
(ANSA) - VENEZIA, 18 NOV - Una nuova scoperta su Marco Polo si fa strada attraverso i secoli fino a noi grazie al lavoro di un'equipe di giovani studiosi dell'Università Ca' Foscari Venezia che hanno ritrovato al locale Archivio di Stato un documento, finora ignoto e inedito, che fornisce nuove informazioni sulla biografia del commerciante-viaggiatore, dopo il suo ritorno nella città lagunare, e un anno prima della morte.
Una scoperta importante perché aggiunge un nuovo tassello alla sua vita e ai suoi rapporti con gli ordini religiosi.
Marcello Bolognari, da poco laureato a Ca' Foscari e borsista dell'ateneo veneziano nel quadro del progetto "Biflow", ha rinvenuto un nuovo documento in cui compare il nome di Marco Polo. Il documento è datato al 1323 e riguarda l'accettazione di alcuni lasciti testamentari di Giovanni dalle Boccole da parte dei frati predicatori del convento veneziano di SS. Giovanni e Paolo, riuniti in capitolo. Tra i testimoni di questa accettazione vi è il famoso viaggiatore "Marco Paulo de confinio Sancti Iohannis Grisostomi": si tratta senza ombra di dubbio del Marco Polo conosciuto, che, come noto, risiedeva in quella zona della città, dove il padre Nicolò e lo zio Maffeo avevano acquistato una casa. A riprova dell'identità, bisogna ricordare che, nel lungo elenco dei frati riportati, figurano Benevenuto e Centorio, ossia i domenicani di SS. Giovanni e Paolo espressamente nominati da Marco Polo nel suo testamento dell'anno seguente, recentemente riedito per le cure di Attilio Bartoli Langeli.
La pergamena offre informazioni nuove sulla vita, poco o nulla documentata, di Marco Polo dopo il ritorno a Venezia.
Traccia il disegno, sommario ma significativo, di un uomo non solo attivo nella gestione delle attività commerciali di famiglia, ma pure coinvolto nella vita religiosa contemporanea, in particolare quella dell'ordine domenicano (che tra XIII e XIV secolo agiva nel cuore delle vicende della società urbana italiana, specie in ambito simbolico-culturale).
Il documento offre un appiglio documentario all'affascinante ipotesi che, dopo il rientro a Venezia dalla prigionia genovese, Polo si sia dedicato alla revisione dell'opera (redatta a Genova con Rustichello da Pisa, negli anni intorno al 1298), lavorando in collaborazione con i Domenicani di SS. Giovanni e Paolo; tale revisione è testimoniata dalla fisionomia della redazione latina cosiddetta Z, che numerose testimonianze suggeriscono prodotta a Venezia, in ambito appunto domenicano. (ANSA).