L'autore a Lignano Sabbiadoro 'Testimone del nostro tempo'
(ANSA) - UDINE, 17 GIU - "Il mio sogno era e resta quello di fare il regista cinematografico, ma mi chiedo che ne sarà, del cinema, dopo la pandemia. A settembre, finita l'estate, scopriremo se la gente nei cinema ci va ancora". Lo ha detto il filmmaker e reporter Pif, Pierfrancesco Diliberto, Premio Hemingway 2022 categoria "Testimone del nostro tempo", che riceverà il riconoscimento domani a Lignano Sabbiadoro, insieme a Margaret Mazzantini, Elena Cattaneo e Mario Peliti. Pif ha incontrato il pubblico oggi intervistato dallo scrittore Alberto Garlini. "Ricevere un Premio nel segno di Ernest Hemingway - ha commentato - mi porta a ripensare alla sua vita, ai suoi spostamenti irrequieti da un capo all'altro del mondo.
Anch'io viaggio molto e spesso mi capita di pensare al viaggiatore Hemingway da luoghi estremi, come la Groenlandia o il Buthan". Dopo l'esordio sul set de "I 100 passi", di Marco Tullio Giordana, la strada di Pif si è intrecciata spesso con il tema della mafia. "Il rischio più grande è stato negarne la pericolosità, averla consapevolmente sottovalutata. Alcuni giornalisti mi hanno spiegato che in Germania era successa la stessa cosa con il nazismo". Si è parlato anche del suo ultimo film, "E noi come stronzi rimanemmo a guardare", presentato l'autunno scorso alla Festa del Cinema di Roma. "Una storia legata al tempo post pandemia - ha detto - a un futuro ipotetico che ci ha praticamente raggiunti. Come per gli algoritmi, che sono semplicemente il termometro delle nostre dipendenze. Non ce ne accorgiamo, siamo assuefatti, e non è certo un crimine ordinare una pizza attraverso una app. Ma d'altra parte adesso potremmo dire che il ragionier Fantozzi è un buon partito, avercene di quelle condizioni lavorative". (ANSA).