Siglata intesa. Fedriga, buona prassi da estendere a Pa per Pnrr
(ANSA) - TRIESTE, 09 MAG - Contrastare i fenomeni di criminalità in campo ambientale rendendo disponibili e fruibili agli organi controllori informazioni relative alle imprese e ai loro requisiti tecnici: è l'obiettivo del protocollo d'intesa per la legalità siglato tra Regione Friuli Venezia Giulia, Albo nazionale gestori ambientali, Camera di commercio Venezia Giulia, Procura di Pordenone, Polizie locali di Trieste, Gorizia e Povoletto, Direzione marittima di Trieste e Noe Carabinieri di Udine.
L'intesa, presentata oggi a Trieste, "consente di andare a supportare le aziende pulite che operano correttamente sul mercato - ha spiegato il segretario generale della Cciaa Vg, Pierluigi Medeot - da oggi gli organi di controllo potranno accedere in modo semplice e immediato al Portale dei dati dell'Albo gestori che raccoglie i dati ambientali delle imprese".
La transizione digitale, ha osservato il presidente del Fvg, Massimiliano Fedriga, "non consiste solo in un aggiornamento tecnologico ma in una radicale modifica di processo che nel caso del Protocollo si traduce nella condivisione dei dati tra i soggetti istituzionali. E' una buona pratica da estendere a tutte le attività della Pa in particolare per le azioni legate al Pnrr".
Per il sottosegretario al ministero della Transizione ecologica, Vannia Gava, "il rifiuto non è un problema ma una risorsa. In questo senso il Fvg, con quasi il 68% di raccolta differenziata, è in una posizione di spicco tra le Regioni. Ora però occorre omogeneizzare a livello nazionale la rete per il trattamento dei rifiuti".
In Fvg sono 3.650, in costante aumento, le imprese iscritte alla sezione regionale dell'Albo. Di queste, 395 sono attive nel settore dei rifiuti transfrontalieri, pari al 31% del dato nazionale. Come ha riferito il presidente nazionale dell'Albo Daniele Gizzi, in Italia le imprese iscritte sono 162.000, "ma, secondo una stima, dovrebbero essere almeno 5 o 6 volte tanto, perché c'è una grossa fetta di evasione molto spesso dovuta anche all'ignoranza". (ANSA).