Danni a catena fornitura imprese. Sono 500 le navi ferme
(ANSA) - TRIESTE, 28 APR - Un "ennesimo choc per la catena di fornitura delle nostre imprese". Così Confindustria Udine ha definito il "lockdown a Shanghai" in seguito al quale "si ferma anche il porto", il più grande scalo commerciale del mondo dove ogni anno transitano circa 47 milioni di TEU. Una misura che ha bloccato "oltre 500 navi mercantili davanti alla costa" della metropoli, con "ritardi nelle consegne che cominciano ad essere imprevedibili". Durante il lockdown del 2021, la 'coda' di navi dentro e fuori lo scalo di Shanghai "non era mai salita oltre quota 200", per questo "si temono conseguenze ben più forti sul commercio mondiale rispetto a quelle viste nel recente passato se le autorità cinesi non allenteranno le restrizioni imposte dalla politica del cosiddetto 'Covid zero'".
Confindustria Udine ricorda che "affittare un container da 40 piedi da Shanghai a Rotterdam fino all'estate scorsa costava non più di 2.000 dollari, poi nell'autunno le tariffe sono schizzate fino a 13.000 dollari e oggi oscillano su cifre analoghe". Una situazione che si somma al fatto che "i beni prodotti dall'industria sono molti meno di quelli richiesti dal mercato" e "all'aumento dei prezzi delle materie prime". Gli effetti del blocco del porto di Shanghai "saranno evidenti tra 40 o 50 giorni". (ANSA).