Quasi mille i morti. Fedriga, reazione popolo è insegnamento
Sono passati 43 anni da quando, la sera del 6 maggio 1976, in Friuli la terra tremò e in pochi secondi tutto venne giù. Soltanto il mattino successivo si compresero le proporzioni della devastazione, con case crollate e morti. Si era risvegliato l'Orcolat, in dialetto friulano 'orco', sinonimo di terremoto.
Subito cominciò la solidarietà con centinaia di giovani che raggiunsero i luoghi colpiti dal sisma e squadre coordinate da sindaci, Vigili del fuoco e alpini della Julia. Il giorno dopo arrivò Giuseppe Zamberletti, nominato commissario straordinario dal presidente del Consiglio Aldo Moro. Sul campo rimasero quasi mille morti e un terzo della regione devastato. Ma da quella devastazione nacque un modello di ricostruzione. Il 6 maggio, afferma il presidente del Fvg, Massimiliano Fedriga, si celebra ogni anno anche "un popolo che da quelle macerie ha saputo risollevarsi con le proprie forze. Un insegnamento che dobbiamo conservare quale patrimonio dell'intera comunità regionale".
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