"Un anno fa cercò di strangolare un suo compagno di cella"
(ANSA) - BOLZANO, 14 GIU - "Benno Neumair è perfettamente capace di intendere e di volere. Ha un disturbo narcisistico di personalità ma era lucido quando uccise i suoi genitori e gettò i loro cadaveri nel fiume. E' rassicurante pensare che chi commette un delitto efferato soffra di disturbi mentali, ma non è così: può uccidere anche chi non ha alcun disturbo". Lo ha dichiarato in tribunale la psichiatra padovana Anna Palleschi, perito di parte civile. La sua perizia non coincide con quella svolta, in incidente probatorio, dai tre periti nominati dal giudice per le indagini preliminari. Secondo questi ultimi, infatti, Benno sarebbe stato incapace di intendere e di volere in occasione del primo omicidio, quello ai danni del padre Peter, in quanto un litigio tra i due avrebbe scatenato la furia omicida di Benno. Una conclusione, questa, che non viene affatto condivisa dalla psichiatra Palleschi, secondo la quale Benno non agì affatto in seguito ad un discontrollo degli impulsi, anzi: per lui l'uccisione sarebbe un'azione di ritorsione, un tentativo disperato di prendere il controllo e proteggere la propria autostima. Benno sapeva, quindi, quello che faceva, secondo la consulente di parte civile.
A margine dell'udienza è emerso un fatto finora sconosciuto: circa un anno fa, nel luglio 2021, Benno cercò di strangolare un suo compagno di cella nel carcere di Bolzano, nel corso di un litigio per futili motivi. Poi intervennero le guardie carcerarie e la vicenda si risolse senza conseguenze per il detenuto aggredito. Nei confronti di Benno furono presi dei provvedimenti disciplinari da parte dell'amministrazione penitenziaria. Infine una coincidenza: proprio oggi Laura Perselli, la madre uccisa da Benno, avrebbe compiuto 70 anni.
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