Covid: casi di variante nigeriana rilevati in Alto Adige

Trentino Alto Adige

Altri cinque casi di variante sudafricana

(ANSA) - BOLZANO, 29 MAR - Negli ultimi giorni sono stati sequenziati in Alto Adige altri cinque casi di variante sudafricana. Sono stati rilevati anche diversi casi di variante B.1.525, che viene indicata dagli esperti con il nome di "nigeriana". Lo riferisce l'Azienda sanitaria provinciale.
    I nuovi casi di variante sudafricana sono stati rilevati nei comuni di Varna, Gais, Chienes, Bolzano. Il quinto si riferisce ad una persona non residente in Alto Adige.
    Per quanto riguarda la cosiddetta variante "nigeriana", in Alto Adige, a marzo, sono stati rilevati un totale di 19 casi (3,37%). La buona notizia è che nessuna delle persone che hanno contratto questa variante ha richiesto un ricovero in ospedale.
    Dopo che il ministero della salute ha recentemente condotto una rapida rilevazione per accertare la presenza di alcune nuove varianti del virus in Italia, l'Azienda sanitaria ha stilato una panoramica anche per la provincia di Bolzano. La cosiddetta variante "inglese" è, ad oggi, la più diffusa in Alto Adige (B.1.1.7., con un totale del 79,96%; in numeri assoluti: 451).
    La diffusione della variante "sudafricana" (B.1.351) sembra aver rallentato, anche grazie alle misure intraprese. Solo il 5,67% dei campioni sequenziati (in numeri assoluti: 32) sono stati assegnati a questa variante del virus, che è considerata più contagiosa. Il 10,99% (62 casi in totale) dei campioni sequenziati è stato assegnato ad altre varianti. Non è stata rilevata la variante "brasiliana" (nome scientifico: B.1.1.28.1 e B.1.1.28.2) che i ricercatori sospettano essere più contagiosa del virus originario.
    "L'emergere delle diverse varianti dimostra che è ancora molto importante seguire le regole di prevenzione: mantenere le distanze, osservare l'igiene delle mani e indossare una mascherina. Regole che continuano ad essere all'ordine del giorno per contenere la diffusione del virus e delle sue varianti", conclude l'Azienda sanitaria. (ANSA).
   

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