Studio coordinato dall'epidemiologo Stefano Merler
(ANSA) - TRENTO, 11 AGO - Un nuovo studio coordinato dall'epidemiologo Stefano Merler della Fondazione Bruno Kessler di Trento, pubblicato sulla rivista scientifica Eurosurveillance, ha definito i tassi di mortalità legati all'infezione da Sars-CoV-2 in relazione all'età, al sesso, ad altre patologie e al periodo in cui era avvenuta l'infezione stessa.
Lo studio, condotto in collaborazione con istituzioni sanitarie lombarde e atenei milanesi e degli Stati Uniti, ha monitorato nel tempo 5.484 persone in Lombardia che avevano avuto contatti stretti con casi accertati da febbraio ad aprile.
Di queste, 2.824 hanno sviluppato l'infezione e 62 sono decedute con una diagnosi di Covid-19. Lo studio ha dimostrato una probabilità di morte a seguito dell'infezione da Sars-CoV-2 estremamente alta negli anziani: 10.5% negli over 70 e 18.35% negli over 80. Molto più bassa è risultata la letalità nelle classi di età più giovani: 0.43% negli under 70, con 0 decessi osservati nella popolazione studiata negli under 50. Il tasso di mortalità non è rimasto però sempre lo stesso: differenze importanti sono state riscontrate tra chi si era infettato prima del 16 marzo o dopo questa data, specialmente negli anziani.
Negli over 80, la probabilità di morte è stata del 30,43% prima del 16 marzo e dell'8.14% dopo tale data. La ricerca ha evidenziato inoltre che la probabilità di morte è minore nelle donne rispetto agli uomini: 1.81% nelle femmine e 2.7% nei maschi. "I motivi - sottolinea Merler - sono per questo aspetto ancora tutti da individuare". Lo studio ha inoltre evidenziato che l'82.3% delle persone decedute soffriva di pregresse patologie cardiovascolari, come ad esempio ipertensione o ipercolesterolemia.
"Questi risultati - conclude Merler - dovrebbero spingerci a seguire le indicazioni che ci vengono date per proteggere noi stessi e gli altri dal Covid-19. Non possiamo assolutamente permetterci un ritorno ai mesi di febbraio e marzo, dove la letalità era ancora maggiore a causa dello stress sul sistema sanitario".
Allo studio hanno partecipato anche i ricercatori Fbk Piero Poletti, Filippo Trentini, Giorgio Guzzetta e Valentina Marziano. (ANSA).