Sono nove, e non sei come previsto all'inizio, i bambini prelevati all'aeroporto di Iasi, in Romania al confine con la Moldavia
E' rientrata a Torino la missione umanitaria organizzata dalla Regione Piemonte e sostenuta da Lavazza e Reale Mutua per recuperare bambini ucraini malati in fuga dalla guerra (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI). Sono nove, e non sei come previsto all'inizio, i bambini prelevati all'aeroporto di Iasi, in Romania al confine con la Moldavia. Si tratta di sette maschi e due femmine, tra cui una bimb di sei mesi in attesa di un trapianto di fegato.
"Si tratta di bimbi con un'età che va dai sei mesi ai 17 anni", spiega la professoressa Franca Fagioli, direttrice della Oncologia pediatrica dell'ospedale infantile Regina Margherita dove verranno ricoverati all'arrivo a Torino. "Hanno tumori solidi, un bambino un linfoma. Il bimbo di sei mesi, il più piccolo, soffre di insufficienza epatica con cirrosi e dovrà essere sottoposto a trapianto di fegato".
Due in terapia intensiva
Uno di loro, Kostiantin, 15 anni, è stato sbarcato in barella, dopo essere stato soccorso a bordo del Boeing 737 per un malore, e trasferito d'urgenza con una ambulanza all'ospedale infantile Regina Margherita di Torino. "Sarà ricoverato subito in terapia intensiva - spiega la professoressa Fagioli -. Non ha diagnosi, per cui dovremo iniziare a capire come sono le sue condizioni generali per poter iniziare al più presto l'iter terapeutico". "La situazione in Ucraina è particolarmente complessa - osserva ancora la professoressa Fagioli -, i medici sono in grande difficoltà, così come tutte le associazioni che si occupano di pazienti oncologici, sia pediatrici sia adulti. Credo quindi che questo viaggio sia stato importante soprattutto per questi bambini, che cominceranno l'iter terapeutico direttamente nel nostro Paese e potranno quindi riprendere la terapia in tempi brevissimi". In terapia intensiva anche un altro bimbo, secondo quanto si apprende.
L'aiuto
La professoressa Fagioli accompagna una équipe medica che già in aeroporto ha effettuato una prima valutazione sanitaria dei bambini. Ad accompagnarli alcuni famigliari, mamme e fratelli in particolare, per i quali si sta predisponendo l'accoglienza nel capoluogo piemontese.
Nel frattempo, dei 13 bambini prelevati dalla prima missione umanitaria, a Torino da 15 giorni, "cinque sono già stati dimessi e proseguono il loro iter terapeutico fra ambulatorio e Day Hospital - spiega Fagioli - Per gli altri sette la situazione in questo momento è abbastanza tranquilla, nei limiti della tranquillità dell' oncologia pediatrica". Non ce l'ha fatta, invece, Dimitri, il 17enne morto nei giorni scorsi perché affetto da un tumore che, al suo arrivo in Italia, era in stato terminale. "Purtroppo non c'era più nulla da fare - conclude - ma è morto sereno, senza soffrire, con i suoi famigliari accanto".
Le dichiarazioni
"Abbiamo un nucleo di associazioni che da sempre lavorano con il Regina Margherita, in particolare Adisco sezione Piemonte, Unione Genitori Italiani, Casa Oz e Sermig - racconta la professoressa Fagioli - che, oltre a dare una soluzione di tipo abitativo, forniscono i servizi essenziali per le mamme e per i fratelli, strappati dalla loro terra di origine e dai loro cari, e che danno ausilio per l'alfabetizzazione, dal momento che parlano tutti russo e ucraino". Oltre alle ferite dei tumori, dunque, "si curano anche quelle della guerra: serve molta mediazione culturale e serve l'assistenza psicologica - sottolinea Fagioli -, un lavoro molto importante per il quale non ci tiriamo indietro".
L'assessore Ricca: "Ancora tanti da salvare"
"Sul volo uno dei ragazzi è stato male e quindi è stato necessario velocizzare le operazioni di atterraggio. Una situazione di emergenza che ci ricorda che il tempo a disposizione è poco, anche un giorno può fare la differenza e che ci sono ancora tanti bambini da salvare", commenta all'arrivo della missione umanitaria l'assessore regionale alla Sicurezza, Fabrizio Ricca, che faceva parte della delegazione piemontese guidata dal governatore Alberto Cirio.