Torino, imbrattato nella notte Palazzo civico. Lo Russo: “Offesa a comunità”

Piemonte
Facebook - Stefano Lo Russo

"Cambia la giunta ma non la minestra" è una delle scritte comparse nella notte, accompagnata da insulti nei confronti del Pd e della polizia, e dall'annuncio di un corteo indetto per il 3 dicembre dai collettivi studenteschi vicini all'area antagonista

L’ingresso di Palazzo civico, a Torino, è stato imbrattato nella notte. "Cambia la giunta ma non la minestra" è una delle scritte, accompagnata da insulti nei confronti del Pd e della polizia, e dall'annuncio di un corteo indetto per il 3 dicembre dai collettivi studenteschi vicini all'area antagonista. Sull’accaduto è intervenuto il sindaco del capoluogo piemontese, Stefano Lo Russo: "Palazzo civico è di tutte e tutti i torinesi. Imbrattarlo con insulti è un'offesa a tutta la comunità”, ha commentato su Facebook, condividendo le immagini delle scritte. "Andremo avanti con la determinazione di fare il bene di Torino. Non è la violenza verbale e il vandalismo a fermare l'amministrazione - ha aggiunto -, proseguiremo con la stessa passione e continueremo a preferire il dialogo e il confronto”.

Il collettivo KSA rivendica le scritte

In mattinata, il Kollettivo Studenti Autorganizzati Torino - KSA ha rivendicato il blitz compiuto nella notte. "I fuggiaschi di Alcatraz, questa notte, hanno fatto tappa presso il comune di Torino. L'inviolabilità dell'istituzione Municipale si è dimostrata ridicola, permettendoci letteralmente di 'lasciare il segno’”, scrivono sulla propria pagina Facebook, dove hanno anche pubblicato un video, che immortala alcuni uomini incappucciati mentre realizzano le scritte contro il Pd e la polizia. "Dopo molto, troppo tempo in cui tutte le istituzioni ci hanno ignorato, invisibilizzato e strumentalizzato decidiamo di sorgere, di uscire allo scoperto con tutta la rabbia che le decisioni prese sulle nostre vite hanno generato - si legge sul social -. Non abbiamo fiducia alcuna per la neo giunta comunale; il Pd lo conosciamo bene e altrettanto bene conosciamo il modello Torino a cui essi tendono: il modello degli esclusi, della povertà, delle imprese competitive, della becera meritocrazia alienante. Abbiamo fatto la scelta di rompere la gabbia senza compromessi - prosegue il post - riversandoci nelle strade e violando i simboli del loro potere. Non ci va di sopravvivere, vogliamo dare valore alle nostre esistenze e costruire forza contro ciò che ci è sistematicamente ostile. Loro. Ci avete tolto tutto, non abbiamo più niente da perdere e tutto da conquistare. È solo l’inizio!".

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